Franceschini: "L'Italia punti ad un turismo colto e di qualità"

Del miliardo e mezzo di turisti previsti nel mondo nei prossimo anni, l'Italia deve puntare su quelli colti, interessati alla qualità, alla sostenibilità e alla cultura.

"Che sono comunque un numero enorme" dice Dario Franceschini, intervistato oggi nel corso di Bto a Firenze. Il ministro torna sul suo cavallo di battaglia: fondere turismo e cultura. “Per gli stranieri l'Italia è soprattutto cultura – dice - ma dobbiamo fonderla con la moda o l'enogastronomia. Io farei le sfilate nei musei. Perciò mi sembra corretto che il turismo sia stato messo insieme alla cultura”.  

Cultura che alle volte è matrigna con il Belpaese: "Abbiamo avuto forti danni d'immagine dai crolli di Pompei, dai musei chiusi durante le feste, da Muti che se ne va dopo i problemi sindacali, senza contare l’immagine che la criminalità organizzata ci dà nel mondo".

Il brand è quindi da ricostruire (come segnala anche la continua perdita di posizioni all'interno del Country Brand Index) anche attraverso l'offerta: “Quella culturale deve essere proposta come un museo diffuso in tutto il Paese – dice il ministro -. Così come dobbiamo proporre sempre di più gli hotel diffusi. Qualcosa che abbiamo solo noi".

Gli hotel sono un altro problema dell'Italia: “Purtroppo – dice Franceschini - la classificazione è legato all’Articolo V che stiamo cercando di superare, e che stiamo superando nella promozione grazie alla ristrutturazione dell’Enit che sarà sempre più centralizzata e snella. In realtà, la classificazione alberghiera dovrebbe essere realizzata a livello europeo, sebbene ormai sia un po' superata dalle recensioni online, che guidano le scelte dei turisti".

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