Il ‘caso’ isola d’Elba: la sfida è tornare ai numeri registrati nel 2020 e 2021

Non per tutto il comparto del turismo il Covid ha segnato lo stallo delle attività. Con risultati talvolta sorprendenti. E’ il caso ad esempio dell’isola d’Elba, destinazione a elevata concentrazione turistica soprattutto nell’altissima stagione, che nel 2020, nel 2021 e in parte nel 2022 ha registrato risultati brillanti, molto superiori a quelli del 2019 e anche a quelli che si prospettano per il 2023.

A confermare l’opinione di molti ristoratori, che sottolineano come in epoca Covid si arrivasse anche a fare tre turni a serata, e degli albergatori, che quest’anno stanno scontando l’effetto meteo che ha tenuto lontani i turisti fino a pochi giorni fa, è il presidente dell’Associazione albergatori Isola d’Elba e rappresentante degli albergatori elbani presso Federalberghi, Emilio Massimo De Ferrari.
“Durante la pandemia non abbiamo perso neanche un’azienda. L’isola d’Elba è risultata una meta privilegiata durante gli anni del Covid – spiega a TTG Italia -: siamo stati fra i primi ad adottare norme di sicurezza ottimali, che ne hanno fatto una meta ‘Covid free’ molto apprezzata dagli italiani. Inoltre, molte delle nostre strutture sono in linea con i più elevati standard di sostenibilità, fattore divenuto sempre più importante. Questo ci ha portato a registrare numeri impressionanti, anche nei mesi di spalla, sia nel 2020 sia nel 2021, mentre nel 2022 già abbiamo avuto una piccola flessione probabilmente causata dalla riapertura delle mete internazionali”.

Il 2023 si prospetta simile al 2022, almeno stando alle previsioni elaborate dal Centro Studi, che censisce una settantina di strutture fra hotel e villaggi. “Credo si arriverà a un incremento dei volumi del 3% circa rispetto al 2022. Purtroppo in questo periodo, a causa delle condizioni meteorologiche avverse e della crisi della clientela tedesca afflitta dalla recessione economica, abbiamo perso parte del vantaggio di inizio anno, quando avevamo assistito a un primo boom di prenotazioni”.

A oggi, il 65% della clientela è italiano, seguito da un 15% di tedeschi e da un 10% circa di svizzeri. “Il problema è che gli stranieri che visitano città d’arte come Pisa, Firenze o Roma non arrivano poi all’Elba. Questo a causa di collegamenti difficoltosi che andrebbero potenziati e migliorati”.
Infine, sull’allungamento della stagione, De Ferrari invoca il sostegno del settore pubblico: “Sono gli eventi a trainare i flussi nei mesi di spalla. Speriamo quest’anno di proseguire fino a ottobre, grazie anche all’aiuto di Airbnb che per noi, al contrario di altre realtà, rappresenta un alleato per tenere viva l’isola anche in bassa stagione”.

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