Pasqua di Bisceglie
e il tour operating
con l’anima

Stando attento a non ostentare troppo e a non strafare, come il buon rigore sabaudo insegna, il ceo del Gruppo BluFennec, Roberto Pasqua di Bisceglie, sta mettendo in fila una serie di scelte strategiche acute e lungimiranti. L’ultima porta il nome di Marcello Scaccabarozzi, ex uomo di punta di Belmond, chiamato nel gruppo torinese per rafforzare il brand dei treni di lusso Upperail, proprio in un periodo in cui il segmento dei viaggi luxury su rotaia è in forte ascesa. “L’idea - racconta Pasqua di Bisceglie a TTG - è di dare un impulso forte al settore dei treni, per poi estendere la commercializzazione anche al mercato europeo forse già tra un anno”.

Il ceo di BluFennec, però, non vuole correre troppo. “Il nostro obiettivo al momento è consolidarci e migliorarci - spiega -. È talmente andato tutto così veloce dopo il Covid, che ora per noi è tempo di prendere fiato. Non vogliamo crescere troppo, perché se cresciamo troppo non riusciamo più a creare quello che stiamo creando, con questa professionalità e con questa cura. Se si diventa troppo grossi, ci si perde all’interno delle dinamiche aziendali e si perdono i clienti. E noi, invece, vogliamo instaurare un rapporto duraturo con loro. È così sin dai tempi di Ruta40”.

Mantenendo fede a questo approccio il Gruppo ha lanciato recentemente Baku, nuovo marchio di itinerari di nicchia e di alto profilo culturale, pensato per chi vuole entrare a contatto con l’essenza delle destinazioni. Un’operazione che, rimarca il manager, “non è solo una scelta commerciale. Con Baku vogliamo dare idea che c’è un aspetto culturale nel viaggio, perché ci crediamo. È un progetto per dire che abbiamo un’anima e che siamo genuini”.

Trasmettere questa genuinità, per Pasqua di Bisceglie, è quasi più importante delle logiche di mercato, che sembra rifuggire. “Non sono in competizione con gli altri - tiene a precisare -. Sono in competizione con me stesso e con quello che l’azienda deve dimostrare e dire. Voglio che sia riconosciuto quello che creiamo”.

Il business e i numeri nella realtà torinese – che conta oggi 15 dipendenti e fattura 7 milioni di euro – sono fondamentali sì, ma non sono tutto. La crescita non deve essere fine a se stessa, ma ‘felice’. “Bisogna pensare che un’azienda è fatta di persone e bisogna salvaguardarle - afferma Pasqua di Bisceglie -. Quest’azienda ha un cuore, ha un’etica, che non è solo fare business. È vero che facciamo un bel lavoro, ci occupiamo di viaggi, ma è vero che se una persona passa metà della sua vita in un posto di lavoro deve stare tranquilla, deve trovare un’azienda in cui si trova bene. Il futuro per noi, quindi, è anche curare l’aspetto etico. Quindi, fare il passo troppo grande non so quanto valga la pena. Basta un momento come il Covid e tutto può cambiare. Meglio consolidare”.

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