Il commento del direttore
Remo Vangelista
È arrivato al 30esimo giorno consecutivo, lo shutdown del personale di controllo dei cieli degli Stati Uniti, e i disagi non fanno che aumentare. I problemi sono iniziati il primo ottobre scorso quando, in assenza di un accordo sui fondi governativi per il settore, il Governo ha lasciato migliaia di controllori federali senza stipendio.
Secondo la Federal Aviation Administration, in alcune torri di controllo del Paese manca anche il 50% del personale. Da inizio mese sono stati infatti 264 i casi segnalati di difficoltà, a fronte dei 60 registrati lo scorso anno. “La situazione si aggrava inoltre verso la fine del mese, quando molti dipendenti sono costretti a dover fare un secondo lavoro per far quadrare i conti del bilancio familiare”, ha dichiarato Sean Duffy, segretario del sindacato dei trasporti americano.
Nell’ultima settimana sono stati in media 7mila i voli che, ogni giorno, hanno subito ritardi in tutti gli Stati Uniti. Disagi in aumento quindi, soprattutto per i voli interni, ma nessun problema alla sicurezza. Le autorità infatti confermano di aver avviato tutti i protocolli per ridurre, se necessario, le movimentazioni di aeromobili negli scali in difficoltà, fino ad arrivare allo stop totale. È quanto accaduto ieri notte all’aeroporto di Newark, l’ottavo per dimensioni del Paese, con la Faa costretta a chiudere tutte le attività fino alle 4 dell’alba ora italiana.