Lo sguardo dello sciamano

La vita in Papua Nuova Guinea si svolge secondo usanze per noi di non facile comprensione. Vige la legge del payback (un occhio per un occhio), le comunità vivono in capanne nascoste dietro alte staccionate, e gli uomini, che si dipingono la faccia con colori sgargianti, sfoggiano elaborate acconciature di piume.

Un giorno siamo andati a trovare uno sciamano. Si chiamava Paigia, ed era risplendente e scenografico con la faccia dipinta di rosso, una folta barba nera, un osso al naso, e un elaborato copricapo in testa. Seduta a terra accanto a lui la quarta moglie, una giovane che viveva insieme alle altre tre moglie dentro la staccionata delle donne, mentre lo sciamano viveva all'interno della staccionata degli uomini.

Da una grande borsa di paglia Paigia - senza mai guardarci o parlare - ha tirato fuori radici, foglie e boccette, mischiandoli prima di versare un liquido scuro in piccoli bicchieri di bambù. In segno di rispetto, ci sussurrò la guida, dovevamo sorseggiare quel liquido che sapeva di terra ed era molto amaro.

Andando via abbiamo lasciato un'offerta per la comunità e abbiamo ringraziato lo sciamano. Ma Paigia scrutava in silenzio l'orizzonte perché, ci disse la guida, noi bianchi non eravamo degni dello sguardo di uno sciamano.

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