L’appello
di ACI Europe:
“Rivedere l’EES”

ACI Europe ha lanciato un appello alla Commissione Europea, a eu-LISA, a Frontex e agli Stati membri dell’area Schengen affinché venga rivista con urgenza l’attuazione dell’Entry-Exit System (EES).

Secondo l’associazione che rappresenta gli aeroporti europei, il sistema - che gli scali stanno adottando gradualmente dallo scorso 12 ottobre - sta già causando gravi disagi operativi, con un impatto significativo sulle operazioni aeroportuali e sui flussi dei passeggeri.

Dai dati raccolti da ACI Europe, infatti, l’introduzione dell’EES ha comportato un aumento dei tempi di elaborazione dei controlli di frontiera fino al 70%. E nei periodi di maggiore affluenza, i tempi di attesa per i passeggeri hanno raggiunto anche le tre ore.

Le criticità, riportra traveldailynews.com, risultano particolarmente evidenti in diversi aeroporti di Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Portogallo e Spagna.

Tra le principali criticità segnalate dall’associazione le frequenti interruzioni del sistema informatico, che compromettono l’affidabilità e la continuità dei controlli di frontiera, oltre a difficoltà di configurazione legate alla mancata disponibilità di chioschi self-service. In molti scali, inoltre, manca ancora un numero adeguato di varchi automatizzati in grado di gestire correttamente le procedure previste dall’EES. A queste problematiche si uniscono la mancanza di una procedura di pre-registrazione e la carenza di personale addetto ai controlli di frontiera.

ACI Europe sollecita, perciò, un intervento immediato delle istituzioni europee e degli Stati membri per rivedere l’attuale approccio all’implementazione dell’EES. “I viaggiatori stanno già subendo notevoli disagi e le operazioni aeroportuali sono influenzate dall’attuale soglia per la registrazione dei cittadini di paesi terzi, fissata solo al 10%”, ha avvertito Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europe, aggiungendo che, se le questioni non saranno risolte nelle prossime settimane, il previsto aumento della soglia di registrazione al 35% a partire dal 9 gennaio “comporterà inevitabilmente una congestione molto più grave e un’interruzione sistemica per aeroporti e compagnie aeree”.

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