A cura di Robert Gentile

Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Quando turismo di massa significa crassa ignoranza di storia e geografia

‘Le Cinque Terre sono cinque isole?’ ‘La pizza Margherita si chiama così perché l’hanno inventata a Santa Margherita?’ ‘Colombo e Garibaldi hanno navigato assieme?’. Non sono battute di un comico Tv, ma alcuni degli strafalcioni elencati in un fulminante articolo del Secolo XIX (quotidiano di Genova, peraltro in via di acquisizione da parte del Gruppo Msc).

Firmato da Dario Freccero e pubblicato il 4 maggio 2024, esordisce così:

“Di milioni di turisti stranieri che visitano le perle della Liguria quelli che fanno domande - dal bizzarro all’assurdo al letteralmente imbarazzante - sono una minima parte. Ma si sentono spesso e specie da certe nazionalità, in particolare dagli americani. Infatti tra le guide turistiche della Liguria è una gara quotidiana ad aggiornare il ‘bestiario dei turisti’, un elenco che circola sulle chat” e certifica che storia e geografia sono - ormai - patrimonio di pochi.

Ci limitiamo al virgolettato delle guide e a una (amara) riflessione finale.

“C’è chi scende dalla nave da crociera in piazzetta a Portofino e chiede se siamo a Positano (in effetti i nomi sono simili - ndr) e quando li portiamo a Portovenere, per tutti è sempre Portofino. Una cosa che poi mi fa impazzire, letteralmente, è quando chiedono se le Cinque Terre sono isole: ma come possono esserlo, se ci siamo arrivati in treno da La Spezia?! E molti chiedono se siamo ‘in Toscana’ e ‘sull’oceano Atlantico’, ignorando il Mediterraneo e la Liguria...”

“Non sapete quanti, passando da Santa Margherita, chiedono di fermarsi per provare ‘la grande pizza che è nata qui: la Margherita’... Altra domanda ricorrente: se il pinot grigio ‘Santa Margherita’ sia prodotto a Santa, perché negli Usa questa marca di vino dev’essere popolarissima e tutti ne vogliono bere un calice. Quanti poi chiedono di assaggiare lo ‘Spritz locale’ al posto del nostro ‘Sciacchetrà’: la risposta è nei social, perché mi mostrano una foto su Instagram nella quale si vedono due bicchieri arancioni con lo sfondo delle Cinque Terre, quindi per loro è un prodotto locale”.

“Io ho quasi litigato con una turista asiatica che sosteneva non fossimo a Manarola perché i colori degli edifici che conosceva lei, per un’immagine fotoshoppata sui social, non corrispondeva alla realtà. Quando le ho mostrato che la forma delle case era identica ma cambiavano i colori, mi ha chiesto se c’è stato uno tsunami che ha cambiato tutto. Non voleva accettare che fosse quella dei social l’immagine errata. Un altro turista, questo di Hong Kong, mi ha chiesto se Manarola si chiama così per la Motorola”.

E via di strafalcione in strafalcione: nell’Acquario di Genova ci sono anche le balene? In città si possono visitare i luoghi di ritrovo della mafia? Il galeone dei pirati al Porto Antico è la caravella originale con la quale Colombo ha scoperto l’America? E sempre Colombo (sono americani, quindi interessati al tema - ndr) ha navigato con Garibaldi, visto che erano entrambi di Genova?

(Amara) conclusione: il 2024 sarà probabilmente l’anno di maggior successo, nella storia del turismo italiano: stranieri a frotte stanno invadendo la Liguria e l’Italia tutta. Ma a che serve essere un Paese di santi, poeti e navigatori se poi tutto si riduce allo Spritz e alla pizza Margherita?

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