I t.o. stranieri contro la tassa di soggiorno

Un vero e proprio fuoco di fila contro la tassa di soggiorno. Mentre il provvedimento, già esecutivo per la Capitale, resta in stand by per quanto riguarda l'estensione al resto d'Italia, i buyer internazionali, intervistati da TTG Italia, non risparmiano critiche severe. "Mi sembra che l'idea di utilizzare la tassa per il bene del patrimonio culturale non sia altro che un modo per fare cassa", sentenzia il responsabile del prodotto Italia di Thomas Cook Ray Manara.

Accuse alle amministrazioni
Ancora più duro Luca Trapolino, a.d. di Road to Italy in Canada: "Se questi soldi fossero usati davvero per potenziare i servizi per i turisti - dice -, avrebbe anche un senso pagarli. Ma tanto sappiamo che è solo un trucco delle amministrazioni locali per sistemare i conti".

Pericoloso rincaro dei prezzi
L'accento viene poi posto sul puro tema dei prezzi. Dall'Europa agli Stati Uniti, il ritornello è sempre lo stesso e si sintetizza nelle parole di Patrick Boucherand, titolare di Allibert Trekking in Francia: "L'Italia è già abbastanza cara: se i prezzi cresceranno sarà sempre più difficile venderla". Sotto accusa anche la percentuale applicata, che viene giudicata esagerata. "Di questo passo - conclude Angela Malatesta, della belga Solmar Reizen - le città d'arte diventano località adatte solo a coloro che hanno un budget alto".

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