Vaccini in vacanza, l'idea che non decolla: pochissime le richieste

L’intenzione era lodevole, ma l’idea di vaccinare i turisti in vacanza per favorire le prenotazioni sembra non aver incontrato il successo sperato per le otto regioni che l’hanno applicata.

Le prime ad agire, racconta Il Sole 24 Ore, sono state Piemonte e Liguria che, a partire dal primo giorno di luglio, hanno siglato un accordo di reciprocità per i propri residenti in vacanza nella regione limitrofa. Ebbene: al 7 luglio, secondo i dati diffusi dalle Regioni, sono stati solo 1.377 i piemontesi che hanno prenotato la seconda dose in Liguria e 257 i liguri che hanno deciso di farla in Piemonte.

A influire sulle richieste anche le forti limitazioni imposte da altre regioni: per la Valle d’Aosta, ad esempio, la seconda dose si può fare ma solo se ci si ferma in regione almeno 30 giorni, mentre per la Puglia il tempo minimo richiesto per vaccinare i turisti è che effettuino un soggiorno di tre settimane.

Abruzzo e Trentino, invece, si accontentano di 15 giorni, mentre all’opposto le Marche vaccinano tutti i turisti che lo richiedano, anche se sono in regione per un solo weekend.

Regioni in stand-by
Intanto anche Lombardia ed Emilia Romagna hanno chiesto il via libera a Figliuolo, ma sono ancora in attea di una risposta; la Sicilia intanto vaccina i propri residenti in vacanza e sta pensando di estendere l’opportunità anche ai visitatori provenienti da altre regioni.

A chiedere garanzie sulle dosi per i propri abitanti sono Sardegna e Toscana, che aspettano di riceverle prima di ipotizzare l’estensione del vaccino ai non residenti; infine la Campania, che invece è contraria a immunizzare i turisti.

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