Sostegni e cassa integrazioneCosa non piace alle associazioni

C’è chi vuole tornare in piazza, chi denuncia misure che aiutano solo le imprese più piccole, mentre tagliano fuori quelle più strutturate e chi, invece, invita alla cautela. Non hanno mancato di suscitare reazioni divergenti i provvedimenti in materia di ammortizzatori sociali contenuti nell’ultimo decreto Ucraina.

Tornare in piazza
I toni più duri sono quelli della presidente di Maavi, Enrica Montanucci, che giudica “discriminatorio” il fatto che il prolungamento di 8 settimane della Fis spetti solo alle imprese sotto i 15 dipendenti. “Così si lasciano fuori tante aziende che ne  hanno veramente bisogno e che ora saranno costrette a licenziare. Va bene sostenere le piccole realtà, ma invece di una misura parziale e come sempre non risolutiva, ne andava pensata una più ragionata e approfondita”.

Allargando poi il discorso al Fondo Unico per il Turismo della legge di Bilancio che destina a tour operator e agenzie 39,3 milioni di risorse, Montanucci aggiunge: “È una cifra ridicola, e per di più soggetta alla verifica del regolamento europeo, insufficiente ad alleviare una situazione che dura ormai da due anni. Di fronte alla leggerezza di questo Governo non ci resta che scendere di nuovo in piazza. In tanti ce lo stanno chiedendo”.

Fuori tempo massimo
Invita a non scivolare nelle polemiche inutili la presidente di Fiavet, Ivana Jelinic: “È ovvio che mi aspetto altre misure, ma - osserva - abbiamo avuto solo otto settimane di Fis perché allo stato attuale ci sono risorse sufficienti solo per coprire due mesi, per averne di ulteriori ci sarà bisogno di uno scostamento di bilancio. È chiaro che sull’onda dell'emotività si possa ravvisare un atteggiamento pregiudiziale, ma il fatto di aver previsto anche per il mondo del turismo che gli ammortizzatori possano essere utilizzati fino alla fine dell’anno è un fatto positivo. Piuttosto - aggiunge - stigmatizzo il fatto che si arrivi puntualmente a interventi dell’ultimo momento e fuori tempo massimo”.  

Misure utili, ma tuttavia insufficienti secondo Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi: "Le aziende attendono ancora i ristori relativi al 2021. Ma è proprio ora che ci troviamo di nuovo alle prese con il combinato di incertezza e rincari del costo della vita causati dal conflitto, che ne avremmo più bisogno”.  

Il demone della burocrazia
Parla invece di norme che non trovano “efficace attuazione” il presidente di Fto, Franco Gattinoni: “La vera criticità - denuncia - è il pesante iter burocratico per usufruire degli ammortizzatori”. Di qui la richiesta di “alcuni interventi correttivi quali l’esonero del pagamento del contributo addizionale anche per le 8 ulteriori settimane e il credito d’imposta Imu previsto solo per alcune imprese della filiera del turismo. Chiediamo che il testo sia modificato e più in generale chiediamo ulteriori sostegni economici in favore di un comparto che sta cercando con enorme fatica di uscire da una crisi pesantissima".

Sulla macchinosità degli obblighi burocratici richiesti alle aziende più strutturate punta il dito anche Astoi.  “È pur vero che la riforma varata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha esteso alle aziende over 15 dipendenti la Cigs, ma gli adempimenti burocratici connessi a questo tipo di ammortizzatore non sono certo di facile approccio e prevedono - ad esempio per la causale ‘crisi aziendale’ - una relazione tecnica, un piano di risanamento ed altre incombenze procedurali che mal si conciliano con il protrarsi dell’emergenza”.

Il prossimo giugno, prosegue l’associazione, “le aziende sopra i 15 dipendenti avranno esaurito le 26 settimane di assegno di integrazione salariale Fis ed è quantomeno verosimile che, non avendo più a disposizione strumenti snelli e semplificati, vista la perdurante e sensibile riduzione dei ricavi, non potranno continuare a garantire un’occupazione stabile”.

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