Alitalia e il grande RisikoLufthansa, Delta, easyJet

Tre offerte. O meglio, quattro. Anzi, potrebbero essere cinque. La vicenda della vendita di Alitalia ha vissuto giorni convulsi: nelle ultime ore si sono moltiplicati i rumors, le dichiarazioni e le precisazioni, con una girandola di ipotesi che, per il momento, non possono fare altro che restare tali.

Quando Lufthansa sembrava ormai pronta per aggiudicarsi la gara (al costo di una riduzione non trascurabile del personale), superando i rivali easyJet e Cerberus, è arrivato il colpo di scena di Air France, rientrata in partita, a quanto sembrava, insieme a easyJet e Delta Air Lines. Poi, la rettifica: se Delta fosse in gioco, potrebbe correre da sola. E anche l’asse Air France-easyJet, considerato estremamente probabile, non viene però dato per scontato. Resterebbe in solitaria il fondo Cerberus, entrato però in partita dopo i termini stabiliti.

Nel risiko di Alitalia, però, le strategie hanno un ruolo fondamentale. E forse non è un caso se, poche ore dopo il doppio colpo di scena Air France-Delta, il ceo di Lufthansa Carsten Spohr ha preso carta e penna per scrivere al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e precisare che sì, la compagnia tedesca è interessata all’affare, ma servono tagli. Come dire: non retrocediamo dalle nostre posizioni.

Gli effetti sulle tempistiche
Il primo effetto della girandola di ipotesi è stato quello di far prevedere un allungamento dei tempi per la fase attuale e, di conseguenza, ha reso più lontana l’ipotesi di trovare una soluzione prima del voto, ovvero il 4 marzo.

La prossima settimana, secondo i recenti annunci, avrebbe dovuto essere decisiva, per lo meno per individuare il soggetto con cui proseguire le trattative. Ma, ora, i tempi potrebbero allungarsi.

In tutto questo, si è aggiunto un tassello: a quanto sembra, infatti, sarebbero giunte a Bruxelles segnalazioni a proposito del celebre prestito ponte. E ora, anche se non c’è nessuna indagine ufficiale, l’Europa dovrà valutare se le rimostranze presentate abbiano o meno fondamento. Sull’identità di chi abbia segnalato il prestito ponte all’Ue, ancora una volta, c’è solo un’ipotesi, per quanto probabile: i concorrenti di Alitalia.

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