Alitalia, Air France non spaventa Lufthansa: i tedeschi dettano le condizioni

Il ritorno di Air France nelle trattative per la vendita di Alitalia non sembra aver spaventato Lufthansa. A poche ore dall’annuncio del rientro in gioco dei francesi al fianco di easyJet, che di fatto avrebbe riaperto la partita, i tedeschi hanno inviato una lettera al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in cui, in sostanza, ribadiscono le proprie condizioni.

Nella missiva si parla chiaramente di “tagli significativi”: uno dei punti sui quali Lufthansa ha sempre battuto (si parla, secondo le ultime notizie, di circa 2mila esuberi). La compagnia tedesca, dunque, ha sottolineato nuovamente che, per concludere l’affare con Alitalia, è necessario ridurre staff e flotta.

Carsten Spohr, scrivendo a Calenda, riconosce il peso delle misure adottate fino ad oggi ma, come riporta lastampa.it, afferma: “crediamo fermamente che ci sia ancora molto lavoro da fare prima che Lufthansa sia nella posizione di entrare completamente nella prossima fase del processo”.

Lo scenario attuale
Al momento, dunque, le tre offerte sul tavolo dei commissari Alitalia sembrerebbero essere quella di Lufthansa, quella portata avanti da Air France-Klm insieme a easyJet (con il supporto intercontinentale di Delta) e l’offerta di Cerberus. Il fondo Usa, però, sarebbe ormai sganciato da easyJet e, dunque, non potrebbe contare su un partner europeo. Senza calcolare che l’offerta di Cerberus, in realtà, è arrivata dopo il termine ultimo stabilito. Il bando di vendita lascia spazio all’ingresso di nuovi soggetti anche all’ultimo minuto, ma sempre in cordata con qualcuno che abbia presentato le carte nei tempi stabiliti.

L’incognita delle tempistiche
A questo punto, però,  si apre l’incognita dei tempi: resta infatti il dubbio che si trovi una soluzione entro il 4 marzo, ovvero la data delle elezioni. In caso contrario, il dossier e le trattative passeranno in eredità al nuovo Governo. E le ultime notizie, come l’ingresso di Air France e la lettera di Lufthansa, fanno pensare che l’attuale fase del processo di vendita possa prolungarsi più del previsto.

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