Ferie non godute, i Paesi europei dove si lavora troppo

In media, nel mondo, chi lavora ha a disposizione quasi 25 giorni di ferie pagate l'anno in aggiunta alle festività. Le differenze sono significative da paese a paese, così come significative sono le differenze culturali nell'atteggiamento verso lo stacco dal lavoro, percepito da alcuni come diritto e da altri come un piacere da vivere con sensi di colpa.

Secondo Vacation Deprivation, la ricerca svolta da Expedia coinvolgendo oltre 9mila lavoratori di 26 paesi, gli europei sono non solo quelli che godono del maggior numero di giorni di ferie, ma anche quelli che ne usufruiscono di più. In paesi come Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Spagna e Svezia i lavoratori hanno 30 giorni di ferie e li utilizzano tutti. Le uniche eccezioni sono italiani e svedesi, che ne sfruttano 25, e i danesi, che utilizzano 28.

Negli Stati Uniti, in Messico e in Canada i lavoratori possono contare sulla metà delle ferie europee, 15 giorni: i più propensi a usarle tutte sono i canadesi, i messicani rinunciano a 3 giorni e gli statunitensi, i più stakanovisti, rinunciano in media a 4 giorni di ferie.

I meno equilibrati nel rapporto fra lavoro e via privata sono però i sudcoreani, che prendono in media solo 6 dei 15 giorni di ferie cui hanno annualmente diritto. E la proverbiale dedizione al lavoro dei giapponesi è confermata anche dal rapporto che hanno con i giorni di vacanza: sui 20 a disposizione ne utilizzano 12, poco più della metà.

Le ragioni per cui si rinuncia alle ferie sono molteplici. Il 19% le accumula per poterle utilizzare l’anno successivo o perché è troppo carico di lavoro per poter staccare, mentre il 17 per cento lo fa per motivi economici, preferendo farsi retribuire le ferie non godute. Infine, l'aspetto culturale: il 7 per cento di chi si priva delle giornate di riposo lo fa perché preoccupato che i propri datori di lavoro possano giudicare negativamente chi utilizza tutto il tempo a disposizione.

La percezione che i superiori hanno delle ferie dei propri dipendenti si riflette infatti sullo stato d’animo dei lavoratori. Nonostante la maggioranza, il 72 per cento, si goda il proprio tempo libero senza sensi di colpa il 22 per cento si sente invece in difetto. Quelli più in conflitto sono i sudcoreani: il 67 per cento dichiara di sentirsi abbastanza colpevole quando va in ferie, probabilmente perché avverte che la maggior parte del management, il 59 per cento, non vede di buon occhio l’assenza dal luogo di lavoro.

Anche quando si è in ferie non si stacca dal lavoro. In vacanza le e-mail e i messaggi su account e cellulari aziendali sono controllati una volta al giorno dal 25 per cento dei lavoratori, percentuale che sale al 42 per cento nel caso dei giapponesi.

Benché l'80 per cento di chi lavora veda una correlazione fra tempo libero e senso generale di benessere, solo il 15 per cento sarebbe pronto a lasciare il proprio impiego per uno che offra più giornate di riposo: il 69 per cento, posto di fronte alla scelta “aumento di stipendio o di ferie” sceglie la prima opzione.

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