Lo strano caso
del vettore che falcia
le ancillary

I ‘ricavi ancillari’ hanno un duplice scopo: in origine c’era di sicuro l’obiettivo di aumentare le entrate offrendo servizi aggiuntivi. Ma nel corso degli anni avevano assunto un’altra funzione fondamentale: rendere il prezzo del biglietto più competitivo a prima vista.

Scorporando i servizi, le compagnie aeree avevano lanciato una guerra al ribasso che si basava sull’ottenere il prezzo più conveniente nella schermata di ricerca. Poco importava se poi il passeggero si sarebbe accorto che, ad esempio, pagando con carta di credito avrebbe avuto un sovrapprezzo, oppure che il bagaglio compreso nella tariffa era assolutamente insufficiente. Ormai il cliente era accalappiato.

Ora, però, c’è una compania che sta invertendo la rotta. È la low cost statunitense Frontier, che ha deciso di abbandonare il cosiddetto modello ‘à la carte’. Il vettore, come racconta travelweekly.com, ha deciso di ‘pacchettizzare’ le tariffe, ovvero fare ciò che da sempre è la strategia commerciale più intuitiva: più compri, più risparmi.

Frontier inizierà a offrire formule che prevedono una serie di servizi che, se acquistati scorporati, costerebbero di più. Il che sarebbe logico, se non fosse per il fatto che nell’ultimo decennio l’intero settore dell’aviazione è andato nella direzione opposta, togliendo servizi dalle tariffe.

Forse è ancora presto per parlare di una rivoluzione che contagerà tutto il settore. Ma se l’esperimento di Frontiers dovesse andare per il verso giusto, altre compagnie potrebbero accordarsi.

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