Hotel, la sfida di Burgio: “Serve gruppo italiano”

Fatturato a 1,6 miliardi di euro e la previsione per il 2023 di superare i due miliardi. Sono i numeri dell'ultimo bilancio del Gruppo Alpitour condivisi dal presidente e ceo Gabriele Burgio (nella foto).

“All’inizio del 2022 - ha spiegato -, nei mesi di gennaio e febbraio, c’è stata una valanga di cancellazioni di viaggi a causa del diffondersi di Omicron. L’ultimo anno quindi è stato ancora anomalo, tanto che molti competitor europei hanno chiuso l’esercizio fiscale con un ebitda negativo. Alcuni hanno raggiunto una marginalità attorno al 6%, ma si tratta di operatori con una forte preponderanza di alberghi. Il 4% è l’obiettivo di percentuale sul fatturato a cui noi vogliamo arrivare”.

Come spiega il manager nell’intervista rilasciata a pambianconews.it, la divisione hospitality è passata dagli 81 milioni di euro del 2021 ai 134 milioni del 2022 con un ebitda al 15%. “Abbiamo chiuso l’esercizio con 22 strutture, di cui 6 Vretreats e - ha proseguito Burgio - puntiamo a raddoppiare questo numero arrivando a 12 hotel alto di gamma. I nostri 5 stelle Vretreats non appartengono al mondo dei ‘mille euro a notte’, ma in quello che definiamo lusso accessibile, con un Adr attorno a 500 euro”.

Parlando dei piani futuri, Burgio ha posto l’accento sulla necessità di creare un grande gruppo alberghiero tricolore in grado di competere con le multinazionali dell’hotellerie. “Per quanto riguarda la creazione di una grande catena, noi - ha detto - saremmo pronti ad acquisire altre realtà, laddove sussistano le condizioni, ma purtroppo le aspettative di indipendenza degli operatori sono molto vincolanti”.  A.D.A.

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