Lo studio Sojern: ecco chi saranno i primi viaggiatori post pandemia

I cosiddetti FIT, free independent travellers, i viaggiatori indipendenti. Saranno loro i primi a tornare a viaggiare in Italia. Il dato emerge da una ricerca di Sojern, la società specializzata in data-driven marketing per il turismo e partner di Mailander, che ha organizzato un ‘talk’ sul profilo del turista che sceglierà l’Italia nel 2020.

Il sogno del viaggio non è cambiato
Lo studio presentato al Mailander Talk parte dall’unico elemento della catena di valore del turismo rimasto inalterato: il sogno del viaggio. Ed è proprio il desiderio di concedersi una vacanza che, in queste ultime settimane di lockdown, segna un’incoraggiante ripresa, al contrario della fiducia nel viaggio che - strettamente legata alle prenotazioni realmente effettuate - segna in questo momento una flessione superiore al 90% rispetto al 2019.

Protagonisti gli 'esploratori'
In questa fase, speiga Luca Romozzi, Director South Europe & Tourism di Sojern, i viaggiatori vanno suddivisi in quattro categorie. La prima è quella degli ‘esploratori’, alla ricerca del prossimo viaggio domestico a medio-lungo raggio: una minoranza, ma saranno loro i primi a ripartire.

Ci sono poi i ‘sognatori’, che anche se non sono alla ricerca di viaggi ora, lo erano prima della crisi e adesso vanno identificati per iniziare a ispirarli; gli ‘esperienziali’, che non sono alla ricerca di viaggi ma sono attivi nella ricerca di nuove esperienze.; infine i ‘bookers’, categoria che identifica chi è pronto a prenotare e si sente sicuro e disponibile a partire una volta tolte le restrizioni del lockdown e chiarite le regole per i viaggi.

Viaggi in crescita nell'ultimo trimestre dell'anno
Per quanto riguarda, invece, le date verso cui guardano attualmente i potenziali turisti, pur in un calo generalizzato pari a circa l’80%, è importante sottolineare soprattutto una crescita relativa all’ultimo trimestre del 2020 e al 2021: segnale, questo, di una voglia diffusa di ricominciare a programmare una vacanza per quando la situazione migliorerà.

Segmentando l’offerta turistica, si nota quindi che le destinazioni balneari mostrano una crescita da maggio fino a ottobre, mentre le mete di montagna una crescita continua per fine 2020/inizio 2021; le città, invece, indicano un picco verso ottobre e poi dicembre, anche dovuto al segmento business e bleisure.  

Altri segnali incoraggianti si possono osservare andando a guardare i mercati esteri di origine dei turisti interessati all’Italia: nonostante un calo globale superiore al 50%, infatti, nelle ultime settimane si registrano i primi indici di ripresa da Medio Oriente (+157% per i viaggi programmati a marzo 2021 rispetto al 2020) ed Est Europa (+16,8%).

Il turismo di prossimità
In questo quadro internazionale, c’è però da sottolineare che i viaggiatori sembrano avere sempre più voglia di rimanere ‘local’. Un dato valido per gran parte delle maggiori destinazioni – ad eccezione della Germania – ma particolarmente rilevante per il nostro Paese: i numeri delle ricerche indicano che a marzo 2021 il turismo domestico verso gli alberghi italiani dovrebbe tornare quasi ai livelli precedenti alla pandemia, andando così a sopperire almeno in parte al calo dei flussi dall’estero.

Flessibilità è la parola chiave
“Flessibilità è la parola chiave, soprattutto per la comunicazione - sostiene Monica Mailander Macaluso, presidente di Mailander -. Bisogna concentrarsi sui consumatori, ascoltarli, intercettarli e ispirarli, così da favorire la ripresa del settore”. Ripresa che, però, per avere successo avrà bisogno anche di investimenti economici importanti da parte delle istituzioni e di un rilancio del brand Italia, “per comunicare di nuovo sicurezza ai turisti stranieri, soprattutto dei mercati storicamente legati al nostro Paese”.

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