Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un unicum nel panorama italiano. Si è appena concluso il primo ‘sciopero dei balneari’, indetto da Fiba Confersercenti e Sib, una mobilitazione delle aziende delle spiagge per chiedere al governo un intervento per “evitare lo stato di confusione che si sta generando nel comparto balneare italiano e, ancora di più, nelle famiglie e nelle imprese che hanno investito e creduto in un regime legislativo che riconosceva dei diritti che oggi non ci sono più”.
Lo sciopero, dalle 7.30 alle 9.30 del mattino, ha visto un’adesione a macchia di leopardo. In realtà, più che disagi per l’utenza, visti gli orari e la metodologia, con gli accessi alle spiagge comunque garantiti, i sindacati dei balneari hanno voluto mettere il luce le loro difficoltà per la scadenza delle concessioni e l’avvio dei bandi di gara, come previsto dalla Ue.
Ma la categoria è divisa. E se qualcuno definisce la protesta una “messinscena”, Assobalneari e Base balneare con Donnedamare chiariscono che loro oggi saranno regolarmente aperti fin dalle 7.30. Cna balneari non sciopera: “Preferiamo il dialogo — dice il coordinatore nazionale Cristiano Tomei —, chiediamo una norma tempestiva di carattere nazionale e linee guida omogenee su tutto il territorio”.