Il commento del direttore
Remo Vangelista
Capi di Stato, primi ministri e membri di famiglie reali si sono riuniti in Egitto al Cairo per la grandiosa inaugurazione del Grand Egyptian Museum (GEM), il nuovo complesso museale sorto accanto alle Piramidi di Giza e destinato a diventare uno dei più importanti poli culturali al mondo. Il pubblico può accedere dal 4 novembre.
L’apertura arriva al termine di un progetto durato oltre vent’anni. “Abbiamo tutti sognato questo progetto e ci siamo chiesti se sarebbe davvero diventato realtà”, ha dichiarato il primo ministro Mostafa Madbouly, ripreso da Reuters, definendo il museo “un dono dell’Egitto al mondo”.
Fulcro delle collezioni è il tesoro di Tutankhamon, presentato per la prima volta in maniera completa, con oltre 5.000 reperti tra cui la celebre maschera d’oro, il trono e il sarcofago. Tra i pezzi simbolo anche la colossale statua di Ramses II, che accoglie i visitatori nell’atrio monumentale.
La nuova struttura, progettata dallo studio irlandese Heneghan Peng Architects, copre oltre 120 acri per un costo superiore al miliardo di dollari, con un design contemporaneo ispirato alle forme delle piramidi.
Il GEM segna un punto di svolta rispetto al museo storico di Piazza Tahrir, spesso criticato per esposizioni obsolete e vulnerabilità della sicurezza, come dimostrato dai furti del 2011 e dal celebre danneggiamento della barba della maschera di Tutankhamon nel 2014. L’obiettivo è rafforzare il ruolo dell’Egitto nella tutela del suo patrimonio e sostenere le richieste di restituzione di reperti conservati all’estero.
Con questa apertura - parte di una strategia nazionale di grandi progetti infrastrutturali - il governo punta a stimolare la ripresa del turismo, settore cruciale per l’economia egiziana. Alcune gallerie erano state accessibili in anteprima lo scorso anno, ma l’inaugurazione ufficiale segna l’inizio di una nuova fase nella valorizzazione della cultura faraonica e nella promozione dell’Egitto come destinazione globale.