Venezia in difficoltà: l'allarme degli albergatori

Vetrine di negozi chiuse, piazze deserte, taxi e gondole che si contendono i pochissimi viaggiatori: l’immagine di Venezia in questi giorni riflette quella riscontrabile nelle altre città d’arte italiane.

“Speravamo molto nel Recovery fund, ma ora scopriamo che nei progetti sul turismo non c'è niente di specifico. Il governo ci ha abituato a decreti last minute e non sappiamo mai che aspettarci, mentre per organizzarci abbiamo bisogno di un piano a medio lungo termine. Non si può contare sempre sulle sole forze degli imprenditori” spiega in un’intervista rilasciata a Il Giornale Guido Polito, amministratore delegato di Baglioni Hotels.

“Speravamo nella spinta alla ripartenza della festa del Redentore – prosegue il manager - poi sono stati cancellati fuochi d'artificio ed eventi senza che fossimo consultati e abbiamo avuto 30 camere cancellate. Ad agosto siamo riusciti a stento a coprire i costi, grazie ad un po' di turismo italiano, soprattutto di passaggio tra mare e montagna e qualche straniero che arriva in auto soprattutto da Germania e Austria. Ora la mostra del cinema in forma ridotta non ha creato alcun movimento e abbiamo un fatturato del 20% del normale”.

Il Bonus Vacanze è stato un flop e anche le notizie di chiusure dei confini, obbligo di tamponi e quarantena non fanno che allontanare i turisti stranieri.

La pandemia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, eliminando di fatto i clienti internazionali e lasciando a Venezia solo un turismo interno mordi e fuggi e di basso livello.

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