Federalberghi Sardegna e i timori per la Pasqua

“Sino al 23 febbraio avrei detto che questa sarebbe stata una Pasqua simile al 2019, ma poi la situazione è cambiata repentinamente”. Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna e vicepresidente Federalberghi nazionale, come riporta Hotelmag, non nasconde la delusione rispetto alle aspettative di una piena ripresa del turismo con le festività primaverili.

Le ricerche online sulla Sardegna, dopo un vero e proprio boom, sono scese progressivamente, quindi gli albergatori sardi stanno spostando in avanti l’avvio della stagione. I problemi più grossi saranno in Gallura, che ha la metà dei posti letto della Sardegna, e che sarà la zona a soffrire maggiormente e pagare di più le conseguenze.

“Saranno assenti russi e ucraini, che costituivano l’1,5% del turismo internazionale sull’Isola – evidenzia Manca -, causando così anche un considerevole ammanco di entrate valutarie. Inoltre, abbiamo un ritardo nelle prenotazioni e, ciliegina sulla torta, la continuità territoriale, che, allo stato attuale, rischia di mancare nei periodi di ponte, weekend e short break”.

Scontato dire quanto i rincari energetici possano incidere sui trasporti, linfa vitale per i collegamenti sull’Isola, “ma – avverte il presidente della Federalberghi territoriale -, se pensiamo di scaricare tutto sul cliente, è molto probabile che usciamo fuori mercato, e le persone scelgano di andare altrove”.

Altro punto importante per il ricettivo è quello del personale stagionale, le cui difficoltà hanno interessato tutto il Paese, senza lasciare indenne la Sardegna. “Ci troviamo in una situazione complicata – afferma Paolo Manca -. Una parte del territorio prova ad aprire adesso e altri a maggio, ma l’alta stagionalità è limitata a due o tre mesi, mentre altri settori garantiscono almeno sei mesi di occupazione. In ogni caso, dovremmo rivedere il sistema, formando e qualificando lavoratori professionisti. Serve un progetto strutturato in cui tutti guardino nella stessa direzione, cercando di prospettare ai giovani situazioni meno precarie”.

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