Istat, le agenzie e i prezzi

“Pronto, parlo con la ZZZ Viaggi? Buongiorno, sono di TTG Italia. Telefono per sapere come vanno le vendite per quest’estate…”
ZZZ Viaggi: “Lasciamo perdere, è tutto morto. D’altra parte, con questi prezzi…”

Quella a cui avete assistito in diretta è la telefonata tipo della redazione ad una qualunque agenzia di viaggi italiana, impegnata a combattere in questi giorni a soddisfare le richieste dei clienti. Il tema dominante, sempre e comunque, è quello del prezzo.

I clienti trovano ogni proposta troppo cara, e anche chi è dietro il bancone, alla fine, riscontra rincari sulle offerte a pacchetto o sugli hotel e i villaggi. Senza contare che alcune destinazioni, anche se vendute a prezzo minimo, proprio non si riescono a piazzare in quest’estate complicata.

Ieri, invece, l’Istat ci ha informati che il caro prezzi della vacanza è un’illusione.

Secondo i dati, infatti, i pacchetti vacanza nazionali registrano un aumento dell’1,8 per cento rispetto al 2014, mentre quelli verso destinazioni internazionali hanno cifre invariate. E ancora: alloggi, villaggi vacanza e hotel crescono sull’anno precedente di un minimo 0,6 per cento. Per non parlare dei trasporti, che anno su anno registrano una progressione dei prezzi ancora più bassa, lo 0,2 per cento soltanto.

Certo, se si confrontano i prezzi di maggio con quelli di giugno (presi in esame dall’Istat), la musica cambia: i pacchetti nazionali aumentano del 6,8 per cento, gli internazionali del 3,6 e le strutture di soggiorno del 10,7 per cento.
Ma la sostanza del discorso è che, anno su anno, il costo della vacanza non è cresciuto.

Questo dice Istat. Sentendo le agenzie, però, le prenotazioni che non si chiudono per il caro prezzi sono il pane quotidiano.

Alcuni dettaglianti ammettono che si tratta di un rincaro più ‘percepito’ che ‘reale’. I clienti, vista la situazione di crisi in cui molte mete vacanziere si trovano quest’anno, pensano di trovare soluzioni a cifre molto più basse di quelle effettive, e quindi lamentano il caro prezzi.

Anche in questo caso, la media del pollo Istat (ci sono due polli e due persone, la media è uno a testa, ma non è detto che entrambi mangino) non funziona. Se alcuni pacchetti vacanza sono scontatissimi, ma quelle destinazioni non si riescono a vendere comunque, mentre le mete che funzionano hanno prezzi alti, hai un bel da dire che la media dà costi contenuti.

Al cliente, della medie dell’Istat, importa poco.

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