Match Point con MassaIl 'boss' Msc si racconta

Una visita con papà al Reale Yacht Club Canottieri Savoia e il mare che ti entra nelle vene.

Leonardo Massa (nella foto il secondo da sinistra) aveva 12 anni quando varcò i cancelli del circolo di Napoli.

Da quel giorno mare e canottaggio entrarono in pianta stabile nella sua vita con un lungo periodo da atleta di alto livello.

Adesso, da qualche giorno, sembra invece aver scoperto un certo feeling anche con la tv dopo la sua performance al programma 'Boss in incognito' trasmesso su Rai 2.

"Ho toccato con mano quanto vale il mezzo televisivo perché sono stato travolto da telefonate, messaggi e non dico cosa è successo sui social".

Il country manager Italia di Msc Crociere però frena subito e spiega: "Ero e resto un uomo di mare. È stata una bella esperienza".

E aggiungiamo noi che il brand Msc con il 'Boss' ha guadagnato ancora spazi e visibilità. “Abbiamo colto una grande occasione”.

Il manager napoletano, classe ’67, sposato con due figli, ora si gode il momento e sottolinea a più riprese la crescita internazionale della sua azienda. Ma la scalata è stata durissima e basta tornare indietro per un decennio per ricordare i tempi delle porte "sbattute in faccia". Inizia con Massa il nuovo format di interviste #matchpoint.

Allora 'Boss' partiamo dal 2005 quando entra in Msc.
Sono stati anni di porte in faccia per davvero. Il settore all’inizio non ci ha certo fatto un inchino della serie “prego si accomodi”.

Cosa non andava bene di Msc?
In tante aree d’Italia si capiva che una compagnia di Napoli non era ben vista. La partenza fu veramente difficile sotto tanti aspetti.

Meno male che alle spalle c’era la famiglia Aponte...
In quei momenti il sostegno della famiglia fu decisivo per continuare a credere nel mercato. Ci misero un impegno straordinario.

Le sconfitte poi si dimenticano se arrivano anni di successi.
Da sportivo invece ricordo bene le sconfitte. Mi hanno insegnato molto e non bisogna mai smettere di crederci. L’esperienza anche dura aiuta nella vita.

Però lei arrivava da un’azienda nota come i Fratelli Cosulich, non era nuovo nel settore.
Vero, ma il mondo della distribuzione stava cambiando pelle e non era facile per nessuno. E, come detto, noi eravamo la compagnia del Sud. Ma allora gli spazi erano immensi ora è diverso.

Non mi dirà anche lei che una volta si stava meglio?
La liberalizzazione nel settore fece nascere un numero sproporzionato di agenzie di viaggi per il nostro Paese. Questo va detto.

Ma la svolta vera avvenne con l’avanzata dirompente della tecnologia?
La tecnologia ha rivoluzionato il comparto e riscritto anche il ruolo di tutti, agenti di viaggi compresi.

Quindi è stata la cosa migliore degli ultimi anni?
Senza ombra di dubbio.

La peggiore?
(risata n.d.r.) L’incapacità di molti di adeguarsi alla tecnologia.

Torniamo alle sue passioni. Lei una volta disse che lo sport insegna più di tanti master. Conferma?
Assolutamente. Lo sport, insieme ai viaggi, mi ha insegnato tutto e oggi condivido tanti insegnamenti con la famiglia.

Due Olimpiadi, Seoul e Barcellona, poi medaglie e vittorie a Europei, Universiadi e Mondiali. Ma la medaglia alle Olimpiadi le manca ?
Sono contento della mia carriera sportiva, ma in quelle Olimpiadi il nostro 4 non poteva fare il miracolo. Siamo stati bravi.

Appena il lavoro permette scappa con moglie e figli per lunghi viaggi. Il prossimo?
Ora vediamo, ma siamo pronti a fare la valigia. I giovani hanno davanti un potere incredibile grazie alla possibilità di viaggiare con facilità.

Anche perché visti i tempi duri del settore ogni tanto serve prendere fiato. Prevede un 2016 in salita?
Gli ultimi anni sono stati difficili ma Msc ha grandi margini di crescita internazionale.  Ora siamo un’azienda globale.

Il comparto in Italia arranca?
Arriviamo da 3 anni duri dove sono cambiate le quote di mercato senza registrare le crescite di un tempo.

Entro il 2022 raddoppierete la capacità. Non ha paura di aver esagerato?
Abbiamo di fronte una grande opportunità grazie al piano di sviluppo internazionale. Lo trovo sfidante.

Domanda secca. Vendita diretta si o no?
Oggi dico sì, perché il cliente vuole il prodotto 7 giorni su 7 a qualsiasi ora.

Siete l’industria del divertimento ma in giro si vedono solo musi lunghi.
Sono d’accordo, manca passione ed entusiasmo. Vorrei vedere qualche sorriso in più e la voglia di mettersi in gioco.

A proposito di gioco. Tre persone che apprezza nel mercato del turismo.
Luca Battifora, per il profilo professionale che ha sempre tenuto. Alessio Leonardi, adv di Verona dell’agenzia Viaggi e Cultura per la capacità di innovarsi e Ivano Zilio perché non ha paura delle sue idee.

Lei ama la tecnologia ma gira con la carta in borsa, tra libri e giornali. Non si sente vecchio?
Nel weekend adoro leggere il Corriere della Sera. Voglio sentire l’odore della carta e giro sempre con un libro in cartella. I miei figli sono molto tecnologici e ridono, ma le passioni durano tutta la vita.

twitter@removangelista

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