Tsunami Thomas Cook:cosa succede in Italia

Non esita a definirlo come rischio tsunami il fallimento di Thomas Cook. Arriva infatti da Federalberghi il primo allarme legato alle conseguenze sul mercato italiano dello storico tour operator, che ha lasciato in giro per il mondo circa 600mila turisti che avevano acquistato un pacchetto con il t.o. britannico.

Man mano che passano le ore emergono in maniera chiara gli affetti devastanti che lo stop sta avendo in tutto il mondo, e per l’Italia i rischi sono altissimi: “Siamo molto preoccupati - dice il presidente Bernabò Bocca -. In poche ore, siamo stati contattati da molti alberghi, ciascuno dei quali vanta nei confronti del tour operator inglese crediti per decine di migliaia di euro, a volte centinaia di migliaia”.

Le accuse di Federalberghi
Bocca punta poi il dito su come finora poco o nulla sia stato detto o fatto sulle conseguenze per le aziende che lavoravano con Thomas Cook. “Le istruzioni diffuse dalla compagnia si soffermano sulla tutela dei turisti, bloccando la partenza di coloro che stavano per mettersi in viaggio e coordinando il rimpatrio di coloro che sono attualmente in vacanza. Ma - sottolinea Bocca - neanche una parola in relazione agli alberghi e agli altri partner, che si ritrovano con il cerino acceso in mano. Si conferma, ancora una volta, che la direttiva europea sui pacchetti di viaggio è una norma lacunosa”.

Le azioni di Confindustria Alberghi
Da parte sua Confindustria Alberghi ha attivato la macchina delle emergenze attivando da ieri mattina una “help desk” con gli operatori per affrontare i problemi degli alberghi coinvolti nel fallimento di Thomas Cook. “Stiamo monitorando le diverse problematiche – si legge in una nota - e l’efficacia delle garanzie della Caa a tutela dei clienti ancora ospiti delle strutture ricettive. Ma è chiaro che aldilà di queste prime ore di emergenza, saranno necessari ulteriori interventi visto che l’impatto del fallimento Thomas Cook, uno dei più grandi e certamente il più antico tour operator del mondo, sarà molto pesante anche nel nostro Paese”.

Mancano ora le cifre precise, ma è certo che la conta dei danni sarà pesante: “Chiediamo al Governo italiano di intervenire con urgenza presso le autorità inglesi e degli altri paesi in cui operano le altre società del gruppo di Thomas Cook, per tutelare la posizione delle imprese italiane – conclude Bocca -. Nel contempo, suggeriamo ai nostri soci di informare eventuali clienti che hanno prenotato con Thomas Cook e che stanno per arrivare, affinché sappiano che dovranno saldare il conto in albergo”.

Il timore ad oggi è che quella che è emersa sinora sia solamente la punta di un iceberg.

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