easyJet e i dubbi per la ripresa sui voli italiani

Sono stati i più prudenti nella fase della ripartenza a giugno. E anche sul network italiano easyJet ha deciso di andarci cauta per capire bene prima come andranno le cose: si parte da 8 collegamenti domestici dalla storica base di Malpensa, dove da ieri si è presentato un competitor agguerrito come Wizz Air.

In casa della low cost le turbolenze non mancano, vedi il caso Stelios, e il management preferisce dare risposte certe e con risultati certi. A partire da Johan Lundgren (nella foto), il ceo che insieme ad altri tre manager il fondatore e principale azionista avrebbe voluto silurare.

Gli ostacoli
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Lundgren rivela che le valutazioni verranno fatte man mano e che se la domanda aumenterà crescerà di pari passo l’offerta. Anche se gli ostacoli non mancano, come quello del distanziamento a bordo da rispettare almeno fino al 15 giugno. Un tema sul quale il ceo si era mostrato possibilista, ma che ora conti alla mano non è considerato sostenibile: e nel caso il limite dei posti a bordo venisse confermato “vorrà dire che non voleremo da voi. Però credo sia dannoso per l’Italia, per la ripresa dell’economia, per il turismo. Il Paese rischia di restare indietro”.

Lundgren poi non  risparmia critiche ai 3 miliardi per Alitalia ed evidenzia che il sostegno sarebbe dovuto andare anche a quei vettori, come il suo, che pur non essendo italiano generano lavoro, traffico e impulso all’economia. Chiedendo almeno una riduzione delle tasse aeroportuali.

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