Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il turismo organizzato piace ai professionisti che ci operano. Il settore continua ad attrarre nuove risorse e sembra crescere, in particolare, l’interesse verso il ruolo del consulente di viaggi. Questo il quadro che emerge da una recente relazione pubblicata da RateHawk dal titolo ‘What Supercharges Travel Professionals’, che illustra il punto di vista degli operatori turistici - agenzie e società del trave sia leisure che business - in merito all’industria dei viaggi.
Lo studio prende in esame le motivazioni, le sfide e il ruolo della tecnologia nel settore del turismo nel 2025.
Il primo dato che emerge è che i professionisti del turismo dimostrano solida fedeltà al settore: il 42% dei partecipanti vanta più di 15 anni di esperienza, un trend riscontrato principalmente in Europa (51% in media). L’Italia si rivela il Paese dalla più alta percentuale di professionisti con più di 15 anni di carriera (68%), seguita da Germania (64%) e Spagna (52%).
Al contempo, il 18% del totale dei partecipanti è entrato da poco nel settore e ha da 1 a 3 anni di esperienza, a dimostrazione - rimarca lo studio - del fatto che il turismo continua ad attrarre nuove leve. In alcune aree geografiche questa quota è notevolmente più elevata, come ad esempio il 23% in Nordamerica e il 15% in Sudamerica. Da notare, inoltre, che per un partecipante su quattro a livello mondiale (25%) la carriera nel settore è iniziata da 4 a 10 anni fa, mentre il 15% ha tra gli 11 e i 15 anni di esperienza.
In Italia quasi un quarto dei partecipanti è entrato nel settore negli ultimi 10 anni. “Secondo studi effettuati a livello globale - commenta Astrid Kastberg, managing director di RateHawk -, oggi il turismo continua ad attrarre nuovi specialisti, affermandosi come uno dei settori professionali a più rapida crescita. Il nostro studio evidenzia inoltre la crescente popolarità della professione del consulente di viaggio negli ultimi 3 anni. Alla base di questo successo vi sono la trasformazione dell’economia dopo la pandemia e il desiderio dei turisti di nuova generazione di avvalersi di agenti di viaggio per l’organizzazione delle vacanze”.
Il 93% dei partecipanti al sondaggio lavora in aziende di piccola o media dimensione con un massimo di 50 dipendenti. Di questi, il 50% a livello mondiale lavora in imprese che contano dai 2 ai 5 dipendenti e la maggior concentrazione si registra in Europa (58%) e Sud America (47%). All’incirca il 17% opera come agente indipendente, soprattutto in Nordamerica, dove si conta la percentuale più elevata del 22%. Al contrario, i professionisti indipendenti sono di gran lunga meno presenti in Asia e nei Paesi del Golfo, dove dominano le aziende di medie dimensioni (da 6 a 50 dipendenti), che rappresentano rispettivamente il 44% e il 51%. In totale a livello globale, le aziende di medie dimensioni rappresentano il 26% dei partecipanti. Solo il 7% dei partecipanti lavora in imprese con più di 50 dipendenti.
Nel settore la soddisfazione lavorativa è particolarmente elevata: nel 92% dei casi, infatti, i professionisti si descrivono come soddisfatti o molto soddisfatti dei loro ruoli. Il Sudamerica, con il 95%, si posiziona in testa con il più alto tasso di soddisfazione. Solo l’1% del totale dei partecipanti ha indicato di essere insoddisfatto.
La motivazione
A motivare maggiormente i professionisti che operano nel travel è l’opportunità di creare esperienze indimenticabili per i clienti (51%), seguita dalla possibilità di poter scoprire nuove destinazioni (42%) e di ricevere riscontro positivo dai clienti (39%). Questo approccio centrato sulla dimensione umana è ciò che alimenta la carriera degli agenti. Un partecipante su quattro dà importanza anche all’indipendenza offerta dalla professione, mentre l’equilibrio tra lavoro e vita privata (21%) e gli incentivi finanziari (15%) sono indicati con minor frequenza tra gli aspetti più gratificanti.
Nel rapporto con i clienti, gli aspetti più gratificanti del lavoro sono: costruire relazioni a lungo termine (36%), ricevere feedback positivi (30%) e aiutare i clienti a trovare l’offerta perfetta (26%). Al contrario, concludere vendite di alto valore è considerato molto meno gratificante, con solo l’8% degli intervistati che ha selezionato questa opzione.
Per mantenere la motivazione, i professionisti del turismo dichiarano di impegnarsi nell’aggiornamento continuo dal punto di vista lavorativo e commerciale: il 46% partecipa a eventi di settore, il 45% si prefigge obiettivi di vendita personali, il 39% apprezza le reti professionali e il 31% frequenta regolarmente webinar e corsi di formazione. Altre abitudini motivanti includono testare nuovi strumenti basati sull’IA, esplorare nuove partnership e fare viaggi personali per progettare itinerari migliori per i clienti. Per i professionisti italiani sono importanti le opportunità di partecipare ad attività formative, opzione scelta dal 41%. Questo risultato è il più alto tra i partecipanti europei.