La tegola della direttiva

Non è possibile accettare tutto, senza provare a ribattere. In buona sostanza questo è stato il pensiero che Michele Serrra, presidente del Quality, ha postato sui social dopo aver letto le ultime notizia sulla direttiva pacchetti che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.

Passano gli anni, tra pandemie e altri mille ostacoli (dal terrorismo ai danni ambientali) ma non si riesce a compiere un salto di qualità normativo vero, per dare una struttura equilibrata al sistema che dovrebbe guidare il turismo organizzato.

Ci si riempie la bocca su qualità dei servizi e attenzione al cliente, ma senza mai trovare una forma di equilibrio che non condanni sempre ed esclusivamente una certa area del turismo organizzato.

Per questo Serra nel suo sfogo social dice: “Non si può lodare il nostro contributo al Pil mondiale e poi pretendere di addossare a tour operator e agenzie ogni responsabilità civile, economica e finanziaria. Bisogna smetterla di addossare all’organizzatore del viaggio ogni criticità. Il  mondo non è più quello degli anni ’70 e sarebbe ora che lo capissero anche a Bruxelles”.

Una posizione condivisibile che meriterebbe la giusta attenzione da parte del resto dell’industria. Queste direttive vengono spesse archiviate come “la solita burocrazia”. Salvo poi saltare sulla sedia alla prima criticità.

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