Il commento del direttore
Remo Vangelista
Qantas, British Airways e Virgin Atlantic tagliano i loro voli verso la Cina a partire dal prossimo autunno. La decisione clamorosa sembra unire tanto l’occidente, quanto la lontana Australia, ma le motivazioni alla base non sono le stesse.
Cominciamo dall’Europa: sulle tratte verso Pechino o Shangai pesano le limitazioni imposte dalla guerra in Ucraina a sorvolare i cieli russi. Il risultato è che un volo diretto tra Londra e la capitale cinese, dura mediamente quasi due ore in più rispetto i viaggi offerti dalle compagnie orientali, e ha un costo carburante che rende il biglietto più caro anche di 150 euro
La riduzione delle rotte
Dal prossimo 25 ottobre, quindi, l’anglo-americana Virgin Atlantic smetterà di collegare il Regno Unito con Shangai, mentre il giorno dopo sarà la volta di British Airways, che per un anno non volerà più su Pechino, anche se continuerà a collegare Shangai e Hong Kong. Il risultato è che in due anni di guerra, i posti messi a disposizione dalle compagnie europee verso la Cina sono più che dimezzati, mentre l’offerta di aviolinee orientali si è quadruplicata.
Sul fronte australiano, invece, a pesare non sono le sanzioni, bensì la difficoltà economica del mercato cinese. Il gigante orientale infatti, cresce meno del dovuto e anche il turismo stenta a decollare. I biglietti venduti sono sempre meno e i tagli diventano inevitabili. Qantas ha così annunciato riduzioni negli operativi dei voli a partire dal prossimo settembre.