Il commento del direttore
Remo Vangelista
I nodi al pettine delle strutture ricettive e l’andamento previsto per il 2024 sono stati al centro della ricerca condotta da Enit, che ha fotografato il trend di circa mille300 imprese ricettive e ristorative.
A commentare a Milano i dati i dati raccolti, insieme al presidente e ceo di Enit, Ivana Jelinic, anche il presidente di Terranostra, Dominga Cotarella e Pietro Diamantini, direttore Business alta velocità di Trenitalia.
Si comincia da un dato generale sul futuro: il 28% delle imprese ricettive ritiene che il 2024 sarà migliore quanto a fatturato. Il dato, sommato a un 65% che ritiene che sarà simile, indica comunque una buona percezione sull’anno appena cominciato.
E la percezione che la fase economica sia stabile o in espansione riguarda l’84% delle imprese ricettive censite.
A trainare le previsioni positive la percentuale di clientela straniera registrata nel 2023, in testa quella proveniente da Germania, Usa e Francia, nel 2023 attestatasi sul 35%, con la prospettiva di crescere quest’anno (21%) o di rimanere comunque stabile (77%).
Un ruolo centrale sarà anche quest’anno quello giocato dal personale stagionale, in grado di garantire alla clientela un’esperienza di qualità. Il 54% del campione ha segnalato come nel 2023 il personale si sia dimostrato volenteroso, percentuale che sale al 75% considerando l’affidabilità. Il 26% del campione ha invece dichiarato di non essersi servito di aiuto di personale stagionale. Nel 70% dei casi, chi ne ha usufruito l’ha comunque trovato del tutto preparato e il reperimento è stato molto o abbastanza facile nel 52% dei casi.
Resta il fatto che siano richieste nuove figure professionali, fra le quali assumono particolare rilievo quella dello specialista in tecnologia e innovazione (19%) e quella di esperto in sostenibilità/diversità/inclusione (19%). Anche quello del web manager (23%) è fra i profili più ambiti.
Rispetto al personale più ‘tradizionale’, la richiesta da parte delle strutture ricettive è stata maggiore (27%) o comunque la medesima dell’anno precedente (63%)
Infine, la formazione, che il 39% delle imprese ricettive indica sia carente sotto il profilo professionale e il 30% sotto quello linguistico. I.C.