Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Torino e la provincia hanno consolidato il rispettivo posizionamento sul mercato turistico nazionale e internazionale grazie a un mix di fattori come la sinergia tra istituzioni ed enti locali, il miglioramento delle strategie promozionali, la programmazione di grandi eventi di caratura internazionale e la destagionalizzazione. Dobbiamo essere consapevoli che esistono diversi ‘turismi’ e la città è in grado di attrarre e far coesistere diverse tipologie di turisti”. Questa la fotografia del turismo nel capoluogo piemontese scattata dal presidente di Federalberghi Torino, Fabio Borio, durante l’assemblea annuale che si è svolta oggi nel nuovo Hotel Hilton Turin City Centre.
La prima metà del 2025 si è chiusa con un incremento, anche se lieve, rispetto allo stesso periodo del 2024 portando l’occupazione media dei primi 180 giorni al 70%. Bene gennaio (+5%), stabili febbraio e marzo. Flessione ad aprile a causa dei ponti ravvicinati e +2% a maggio.
I nodi da sciogliere
Federalberghi ha invitato Regione e Comune a collaborare per risolvere alcune lacune. “Il territorio paga l’assenza di un centro congressi moderno e polifunzionale e c’è troppa incertezza sullo stato del Lingotto. Il turismo congressuale ha un bacino di utenza enorme e potrebbe garantire alla città un ulteriore slancio. Cosa si aspetta?”. Borio ha anche sottolineato la burocrazia lenta, che frena la crescita; e gli ostacoli a cui devono far fronte gli albergatori per l’apertura di rooftop, l’allestimento di dehors e l’allargamento della ristorazione al pubblico.
La giornata è stata anche un’occasione per riflettere sul tema del lavoro e della formazione in un convegno. Secondo analisi commissionate da Federalberghi, le imprese devono fare i conti con la carenza cronica di personale qualificato e con lo squilibrio tra domanda e offerta che possono mettere un freno sulle prospettive del comparto. Se non si inverte la tendenza, tra il 2025 e il 2030 potrebbero mancare all’appello circa 5mila dipendenti.