Firenze e Venezia scendono in campo: dieci punti per salvare il turismo in Italia

“Il turismo in Italia riparte se ripartono le città d’arte. Siamo il biglietto da visita dell’Italia”. Così Dario Nardella, sindaco di Firenze, e Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, mettono sul tavolo del ministro del Turismo Massimo Garavaglia un “piano di ripartenza” in 10 punti perché quando riapriranno le frontiere il Paese si faccia trovare pronto.

“Se non sigliamo un patto con città come le nostre – dicono ancora i due primi cittadini in un conferenza stampa congiunta – rischiamo di perdere competitività con altre mete internazionali”.

Le due città vogliono fare da apripista con il documento ‘Città d’arte #NONmetterledaparte’ per tutti i centri artistici e culturali italiani colpiti più duramente dalla crisi.

“Siamo fermi da marzo scorso – ricorda Nadella -. Il turismo che è ripartiti quest’estate ha scelto il mare e la montagna, non certo le città d’arte, che non hanno mai avuto ripresa da un anno”.

Incentivi fiscali
Nel documento stilato dalle due città trovano spazio i sostegni economici agli operatori del settore accanto ad “almeno un triennio di incentivi fiscali per la promozione turistica italiana, superando anche  limiti che si sono rilevati con il bonus vacanze.

La promozione
I sindaci chiedono di lavorare insieme all’Enit in modo sempre più sinergico, anche per tracciare un “racconto dell’Italia che ce la sta facendo a livello internazionale – sottolinea Brugnaro -. È urgente il decollo del piano vaccinale, perché all’estero siamo percepiti come un Paese di appestati”.

C’è poi l’esigenza di “tutelare le qualità dei professionisti del comparto – aggiunge Nardella -. Per questo dobbiamo combattere la concorrenza abusiva, sleale e avere sempre più una filiera certificata dei servizi. E a questo si collega alla necessità di rivedere la normativa sulle guide”.

Trasporti
Altro grande tema è quello dei trasporti, in particolare di quelli urbani. “Nelle nostre città non sono tarati sui numeri dei cittadini, ma su quelle dei turisti. Ed è un anno che turisti non ce ne sono”. Venezia, da sola, ha perso 80 milioni di euro di biglietti solo per i trasporti dei turisti. Due sono allora le richieste: “Da un lato l’incremento del fondo per il trasporto pubblico locale per le città d’arte, dall’altro lo sviluppo del trasporto pubblico non di linea, come ncc e taxi”.  

Affitti brevi
Altro grande capitolo è quello degli affitti brevi: i sindaci chiedono norme statali che diano ai sindaci il potere di agire sul settore. “Non siamo contro queste attività, ma si deve garantire che non ci sia una concorrenza sleale” dicono Nardella e Brugnaro.

Un tema forte “riguarda le attività commerciali. Sappiamo bene - continua Nardella- che la deregulation del 1998 ha portato tanti aspetti positivi”. Tuttavia commercialmente parlando ha “trasformato i nostri centri” tra “negozietti di souvenir, internet point, asia market. Non c’è più un’identità: gli artigiani e il commercio tradizionale sono in difficoltà. Così chiediamo che si restituiscano ai sindaci maggiori poteri e competenze per poter regolare il commercio. Perché con la deregulation vince la legge del più forte”.

Sicurezza
Infine, sicurezza e decoro. “Non possiamo essere trattati come le altre città” dicono i due primi cittadini. È una questione di numeri, che oltre ai residenti devono tenere conto dei turisti. Servono allora più forze dell’ordine a presidio delle città d’arte.

Qui il decalogo che i due presenteranno al ministro Garavaglia.

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