Affitti brevi:
il parere di Airbnb
sulla cedolare

“Una tassa che non preoccupa, ma dà certamente fastidio”. Usano la diplomazia “I Maestri dell’accoglienza 2025”, i sei migliori host italiani recentemente premiati dalla piattaforma Airbnb.

Alla proposta di incrementare dal 21 al 26% l’aliquota per gli affitti brevi, prevista nel disegno di Legge di Bilancio 2026, i diretti interessati ribadiscono la necessità di distinguere gli appartamenti delle città colpite da overtourism e le altre soluzioni ricettive, in particolare quelle ubicate nei borghi e nelle località di campagna soggette a spopolamento. “Un conto è prevedere un aumento per chi affitta più appartamenti - hanno convenuto sia Matteo Sarzana, country manager Italia Airbnb, sia Elisabetta Ghibaudi, “Miglior alloggio per famiglie” (Barni), intervenuta insieme ai colleghi Matteo Mirenda (Montelupo, Esperienza Staordinaria) e Roberto Ragusa (Scopello, Miglior alloggio rurale) - un altro colpire chi produce un sostegno al proprio reddito, utilizzando singole stanze della propria casa. La tipologia di appartamenti presenti nelle grandi città, inoltre, non si presta per dimensioni all’inclusione nella categoria degli affitti a lungo termine”.

Il rischio connesso alla nuova proposta, dunque, è di veder crescere ancora il numero di case vuote in Italia, pari nel 2025 a 9,6 milioni di unità, trascurando al contempo una possibile legge quadro nazionale volta a bloccare i nuovi affitti nei centri storici sovraffollati. A. C.

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