Libia: italiani primo mercato. La nuova frontiera dello sviluppo turistico: il balneare

In crescita, soprattutto dopo che è stato tolto l'embargo: sono i turisti in Libia. I nostri connazionali sono la maggioranza, seguiti da francesi, tedeschi, austriaci, svizzeri, belgi, inglesi e americani. La destinazione rimane prettamente culturale, con una capitale ricca di testimonianze che spaziano dall'epoca romana, a partire dall'arco di Marco Aurelio e Lucio Vero, turche, musulmane e italiane. I siti archeologici di Leptis Magna, con l'arco di Settimio Severo, le terme di Adriano, il foro Severiano e la Basilica, Sabratha con un bellissimo teatro a tre ordini sullo sfondo del mare, la villa romana Sillin della fine del I secolo d.C. con mosaici che rappresentano Licurgo, le quattro stagioni, resti di pareti affrescate, una cappella e terme private, da soli valgono un viaggio. Nei progetti c'è l'ampliamento della capacità ricettiva e corrono voci su numerosi programmi in questo senso, sul lungomare di Tripoli, nei pressi della fontana della Gazzella, sempre nella capitale, a Bengasi, nei dintorni di Sabratha, nell'isola di Farwah e a Tobruk

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