Ones, Innovation Norway: "L'Italia cresce in particolare nei mesi freddi"

I cambiamenti climatici favoriscono la destagionalizzazione del turismo norvegese. Dopo aver recuperato lo scorso anno il 97% dei pernottamenti italiani (circa 265mila) del 2019, e nonostante il 62% dei turisti tricolore continui a sfruttare i mesi fra giugno e agosto come periodo di visita principale (con spesa media giornaliera di 165 euro), neve fresca, oltre che aurore boreali, spingono sempre più i mesi autunnali/invernali.

“Una tendenza che ha permesso al Belpaese di tornare a essere il nostro settimo mercato assoluto - conferma Elisabeth Ones (nella foto), responsabile di Innovation Norway in Italia - ma di farne anche uno dei primi per arrivi nei mesi più freddi, contribuendo in tal modo al raggiungimento di 9,83 milioni di pernottamenti generali nel 2022. Le cifre potrebbero essere più alte del rilevato, tenuto conto del non conteggio delle soluzioni private o di wild camping: l’italiano medio, infatti, sta scoprendo la Norvegia non solo come nuova destinazione per sciare, ma anche per fare hiking dormendo in chalet, in case dei pescatori o appunto in campeggio, allargando le tradizionali aree di visita concentrate a Oslo (24%), nella regione dei fiordi (28%) o nell’estremo Nord (31%)”.

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