A poco più di un mese dalla scadenza (31 ottobre) per scegliere se aderire alla proposta del fisco sul “Concordato Preventivo Biennale” si sommano i dubbi...
Un tema molto importante che ogni imprenditore (ma sicuramente anche ogni contribuente non imprenditore) deve conoscere è quanto tempo ha l’amministrazione finanziaria per effettuare verifiche, controlli ed accertamenti sulla propria posizione fiscale: quando un contribuente può dirsi sicuro che quella annualità non verrà più esaminata?
Questo è un concetto molto importante perché la certezza del diritto esige che vi sia un termine oltre il quale il fisco non può più accertare un contribuente: questo termine non può essere indefinito e come tutte le cose (belle o brutte...) finiscono, anche l’accertamento fiscale si prescrive, come è giusto che sia.
Ad oggi il termine di accertamento è fissato al 31 dicembre del 5° anno successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi.
Ad esempio per l’annualità 2022 scadrà il 31/12/2028 il termine dell’azione accertatrice dell’agenzia delle entrate (la dichiarazione dei redditi dell’anno 2022 si presenta nel corso del 2023 e quindi il 31 dicembre del 5° anno successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi coincide con il 31/12/2028: cioè entro tale data l’agenzia delle entrate dovrà notificare l’eventuale avviso di accertamento tramite raccomandata o PEC altrimenti l’anno cadrà in prescrizione).
Il suddetto termine presenta una eccezione: in caso di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi il termine è allungato di 2 anni (quindi se non viene presentata la dichiarazione dei redditi dell’anno 2022 entro i 90 giorni successivi alla sua scadenza, questa viene considerata “omessa” – anche se la si presenta dopo tale termine è comunque definita “omessa” – conseguentemente l’accertamento scadrà il 31/12/2030).
I termini sopra indicati sono stati oggetto di riforma nel 2016 (prima erano più brevi) ed il fisco oggi ha sicuramente un discreto lasso di tempo per compiere le attività necessarie per mettere sotto la lente d’ingrandimento i nostri modelli dichiarativi.
Ma nel caso si volesse rendere “meno agevole” la vita al fisco, ci sono possibilità di ridurre i suddetti termini? Sicuramente si, per la precisione due possibilità:- riduzione di un anno dei termini di accertamento: presentando il modello ISA (Indicatori Sintetici di Affidabilità, il modello dichiarativo da allegare obbligatoriamente alla vostra dichiarazione dei redditi e che dà una sorta di “pagella fiscale” alla vostra attività) con voto pari o superiore a 8: in tal caso il beneficio è automatico senza necessità di effettuare ulteriori comunicazioni al fisco;- riduzione di due anni: solo per quei contribuenti che dichiarano di non aver effettuato incassi e pagamenti di fatture superiori a 500 euro in modalità diverse da modalità tracciabili: opzione da comunicare inserendo un apposito flag nella dichiarazione dei redditi.
Certo, il tempo vola e spesso è un dispiacere, ma questo è uno dei pochissimi casi in cui se si riesce a dargli una mano a scorrere più in fretta non è di sicuro un peccato.
Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.eu – www.travelfocus.it