Quando Instagram crea turismo: le mete più postate da scoprire secondo CartOrange

Sempre più spesso Instagram è capace di contribuire al successo di una destinazione, ispirando i viaggiatori e suggerendo mete emergenti o minori attraverso gli scatti di persone comuni. Un fenomeno che, spiega Eleonora Sasso del reparto marketing di CartOrange è dovuto in parte al fatto che le immagini pubblicate sul social network siano “percepite come spontanee e non patinate, postate da viaggiatori come noi, con abitudini, gusti e possibilità simili alle nostre. Non è raro - aggiunge - che un cliente mostri a un nostro consulente una foto trovata su Instagram chiedendoci di ripetere l’itinerario o l’esperienza legata a quel luogo".

La società di consulenti di viaggio ha individuato perciò dieci luoghi da scoprire la prossima estate, sulla base delle foto postate dai clienti con l’hashtag #ioviaggioCartOrange. In alcuni casi si tratta semplicemnte di angoli nascosti di destinazioni conosciute. Nell’elenco figurano i Neko Cafè di Tokyo, dove si può bere un caffè in compagnia di gatti domestici; i cortili nascosti de L'Avana; il villaggio degli Hobbit in Nuova Zelanda e le ghost town della Death Valley, negli Stati Uniti.

E poi ancora i “taxi acquatici” di Lombok, in Indonesia e i paesaggi autunnali del Québec; la Bali meno turistica delle risaie e dei villaggi; gli elefanti che fanno il bagno nel fiume in Sri Lanka; il panorama notturno dai grattacieli degli Emirati Arabi; i deserti di sale e le lagune colorate degli altopiani della Bolivia.

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