Così non riparto: il mercato che protesta

Corre sui social la rabbia del turismo organizzato e prende un nome e un’identità. Le associazioni di categoria, Astoi e Fto e tutte le aziende che hanno sottoscritto il Manifesto per il Turismo Italiano hanno infatti deciso di alzare la voce al grido di #cosinonriparto.

È un hashtag ma anche un invito alla serrata e parte da una pagina Facebook che in sole 7 ore ha superato i 2.500 iscritti fra agenzie singole, tour operator, associazioni e network.

Tutto nasce dal decreto cosiddetto ‘Rilancio’: sulla pagina social un comunicato spiega come il tanto atteso provvedimento del Governo abbia “profondamente deluso le aspettative del turismo organizzato” perché “non prevede nulla di significativo per il settore e annulla le nostre prospettive di ripresa. Molte aziende rischiano di non riaprire né oggi né mai. Per questo dobbiamo alzare la voce ancora più forte e non farci mettere nell’angolo, ottenendo subito dal Governo modifiche importanti a questo provvedimento”.

Così nasce l’idea di una pagina Facebook dove il comparto del turismo organizzato sta raccogliendo fotografie e materiali video di agenti di viaggi con la valigia in mano e una scritta: #cosinonriparto. Le immagini verranno utilizzate per una campagna sui media con la quale rendere chiare le richieste del turismo organizzato al Governo.

Cosa chiedono le aziende
Tre i punti cardine su cui si muovono le richieste di agenzie e tour operator.

Innanzitutto un vero contributo a fondo perduto al settore, poi il prolungamento degli ammortizzatori sociali e un credito di imposta sugli affitti dei locali.

“Solo facendo sentire la nostra voce chiara e forte oggi stesso, prima che il decreto diventi legge, potremo salvaguardare le nostre aziende e i nostri collaboratori – dice il messaggio sui social -: dobbiamo continuare a lottare per tutto il comparto del turismo organizzato”.

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