Il turista post Covid 19L’identikit per vendere

Il mondo del turismo guarda con attenzione all’autunno, nella speranza che la situazione soprattutto a livello internazionale porti a miglioramenti tali da permettere di tornare a viaggiare nel mondo con maggiore serenità.

Ma non è detto che i clienti che tour operator e agenzie di viaggi si troveranno di fronte siano gli stessi del mese di gennaio o febbraio scorso. È molto probabile che la pandemia di Coronavirus abbia lasciato un segno e che le esigenze dei nuovi turisti siano diverse.

Ad indagare sui nuovi viaggiatori post Covid è Jfc, società di marketing turistico e ricerche guidata da Massimo Feruzzi, che racconta in esclusiva a TTG Italia i risultati della sua ultima analisi e inquadra 16 nuove categorie di turisti.

“Si nota – dice Feruzzi - un cambiamento nella spinta motivazionale degli italiani nel decidere come trascorrere un periodo di vacanza/soggiorno”.

Tutti i profili
Jfc ha tracciato una mappa sociometrica (nella foto) che presenta alcuni profili da tenere presenti per le vendite del futuro.

Ecco allora i fluttuanti, che esigono opzioni di svago e divertimento e con una capacità di spesa invariata rispetto allo scorso anno, i trepidi, che sono disposti a spendere di più ma solo per garantirsi sicurezza sanitaria. E ancora i tradizionalisti, che rappresentano la quota più consistente del mercato nazionale delle vacanze (12,3%), gli ecumenici, il target che si concederà il più breve periodo di vacanza in assoluto (solo 4,6 giorni).  

Poi gli irriverenti, che non hanno alcun problema ad utilizzare mezzi collettivi (l’89,3% di loro dichiara di utilizzare tranquillamente treni, aerei e pullman), e il loro opposto, ossia i rispettosi, il 78,7% dei quali dichiara palesemente di avere cambiato le proprie abitudini e comportamenti di vacanza.

L’indagine individua poi ancora i lussureggianti e i ricercatori, i libertini, i naturisti e i garantisti, gli scalatori e i titubanti, i randagi e gli opportunisti.

Per tracciare questi profili sono stati effettuati 5.615 questionari in 4 diverse indagini qualitative: “Tutto ciò che è accaduto – dice Feruzzi - dal completo lockdown al blocco della mobilità, dall’esplosione dello smartworking alle inquietudini sociali, da dilagare dei sintomi di ipocondria e agorofobia stanno agendo, spesso inconsciamente, sulle scelte quotidiane”.  

E chi vende viaggi deve sapere con chi avrà a che fare.

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