Giro d'Italia di TTG: Parma e i viaggi aziendali

“Aggiungi un posto a tavola". Si riassumono in questo famoso motivetto degli anni ‘70 le speranze e il lavoro dei dettaglianti di Parma, protagonisti della tappa del giro d'Italia di TTG.

Proprio dalla tavola arriva per loro un’importante fonte di business, in tempi in cui le vendite di vacanze sono rallentate dai timori della clientela su quanto rimarrà nel portafoglio per partire. Le aziende alimentari, grandi e piccole, disseminate sul territorio parmense sembrano invece non subire troppo la crisi, affidandosi ancora all’esperienza degli agenti per i loro viaggi d’affari in tutto il mondo.

Il business travel
“In un anno non particolarmente positivo, in cui l’estate è ancora ferma, il business travel ci permette di vivere – introduce Tommaso Cremona, addetto alle vendite della Bottego Viaggi –. Abbiamo soprattutto aziende del settore alimentare, che fortunatamente non stanno soffrendo e si rivolgono a noi per viaggi in Oriente o in Sud America”. Non solo: “Le nostre imprese volano in Medioriente e Cina - interviene Riccardo Dell’Acqua, cotitolare Walkabout -. Rispetto a qualche anno fa cercano di contenere un po’ la spesa, ma i volumi di traffico sono ancora buoni”.

Alcune aziende sono più attente ai costi, riducendo i giorni di trasferta, sostituendo il volo in business con quello in economica o scegliendo un hotel di categoria inferiore, ma a Parma il mercato dei viaggi d’affari si mantiene in salute e rappresenta un motore per molte adv. “Negli ultimi tre anni le vendite di biglietteria aerea sono rimaste costanti” assicura Massimiliano Speroni, cotitolare Orix Tours.

Sedi internazionali risorsa dietro il banco
Ci sono poi dei punti vendita che hanno un flusso di traffico garantito, perché “ci sono imprese che hanno sedi all’estero e periodicamente devono raggiungerle - spiega Marco Cocciarini, titolare della Incom Viaggi -. Alcune hanno un codice interno per la gestione dei viaggi: se superano i 2.000 km, allora prenotano in business. Lo stesso se si tratta di un’urgenza, oppure se vola qualche dirigente”.

Sul fronte dei pagamenti, la maggior parte dei dettaglianti ha deciso di tutelarsi selezionando le aziende. “Le nostre pagano con carta di credito - dice Cremona -. Soltanto a due o tre diamo fiducia e non pretendiamo questa soluzione; se non facessimo così, il rischio per noi sarebbe troppo alto”.

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