Il commento del direttore
Remo Vangelista
Estate in salita per i tour operator, che oltre alle dinamiche legate al caro prezzi si trovano a gestire i riflessi di una situazione geopolitica in costante evoluzione, con mutazioni repentine degli scenari che costringono spesso a riprotezioni e cambi in corsa.
E così, oltre ai disagi che periodicamente interessano il periodo estivo (l’ultimo caso riguarda il guasto al centro radar di Linate gestito da Enav, che ha mandato in tilt il traffico in molti aeroporti del Nord Italia), i t.o. si trovano ad affrontare una serie di problematiche, impreviste e non.
In primo piano restano comunque i delicati rapporti con le compagnie aeree, un nodo chiave che influisce pesantemente su durata e tipologia di viaggio soprattutto della fascia media di clientela.
Parte da questi dati l’analisi dei tour operator interrogati da TTG Italia sui trend della stagione estiva appena cominciata. Il mood resta positivo, ma il caro prezzi e la situazione internazionale incidono necessariamente sulle previsioni di un 2025 per certi versi molto diverso dallo scorso anno.
Un anno complesso
“Il 2025 si conferma un anno complesso – conferma il direttore commerciale di Quality Group, Marco Peci –, in cui permangono alcune criticità già note, come il caro prezzi, mitigato dal decremento del valore del dollaro. I rapporti con le compagnie aeree sono sempre più improntati a dinamiche di revenue management molto aggressive, che rendono più complessa la programmazione di un tour operator. Inoltre, la capacità inadeguata su alcune rotte e la variabilità tariffaria rendono difficile mantenere un pricing stabile nei pacchetti. A questo si aggiunge una nuova instabilità geopolitica in alcune aree, che ha portato a un riassestamento delle destinazioni scelte dalla clientela, penalizzando mete storiche e premiando alternative percepite come più sicure”.
Adattarsi alla domanda
L’eccessiva rigidità dei vettori viene lamentata anche dal ceo di Idee per Viaggiare. “Il rapporto con i vettori resta complicato. Se da un lato posso comprendere le loro mosse – spiega Danilo Curzi –, dall’altro ritengo che il loro modus operandi non sia al passo con la necessaria elasticità di pianificazione imposta dal mercato. Un tour operator deve organizzare al meglio la propria attività, ma anche sapersi adattare alla domanda. In questo senso i vettori applicano regole troppo rigide e sono poco propensi a ‘combattere per il cliente’”.
Più flessibilità
“Da un lato – aggiunge il direttore commerciale di Ota Viaggi, Massimo Diana – assistiamo a una razionalizzazione delle rotte, con una riduzione dei collegamenti verso destinazioni considerate secondarie o stagionali. Questo trend penalizza soprattutto le isole e le regioni del Sud Italia, che rappresentano il cuore della nostra programmazione turistica. Dall’altro, le politiche tariffarie sono diventate estremamente volatili: le oscillazioni di prezzo sono frequenti e spesso significative, rendendo complicata la costruzione di pacchetti con un pricing stabile e competitivo, soprattutto con largo anticipo. Questo scenario richiede una maggiore flessibilità operativa e una capacità costante di monitoraggio e aggiornamento delle tariffe”.
Il servizio completo, con le riflessioni e le previsioni di alcuni dei principali player attivi sul mercato italiano, è disponibile su TTG Global, online sulla digital edition.