La stagione delle truffeAgenzie prime vittime

Alzare la serranda una mattina e scoprire che denaro, prenotazioni e clientela è come se non fossero mai esistiti. E capire che quel banconista di cui ci si era sempre fidati non era così cristallino come sembrava.

Una scena che, nelle agenzie di viaggi italiane, si è ripetuta più di una volta quest'estate. Qualcuno, oltre che con i conti della cassa, ha dovuto fare i conti anche con una piccola folla di clienti per nulla amichevoli. Il tutto per colpa di un dipendente che si è fatto allettare da quelle migliaia di euro maneggiate ogni giorno da chi lavora al banco.

Agenti truffati due volte: privati del denaro ma anche della fedeltà dei viaggiatori. Perché, è comprensibile, chi è rimasto scottato non ha nessuna intenzione di ritornare nella stessa agenzia. Doppiamente derubati della fiducia: quella che avevano nel dipendente e quella che il viaggiatore aveva riposto in loro.

I casi
Tre i casi più noti di persone scappate con la cassa: l'agenzia di We Mondo, un dettagliante di Napoli e un punto vendita di Livorno. Tre di troppo, dopo tutto. Perché sono storie che nessuno avrebbe mai voluto sentire.

Per le agenzie di Napoli e di Livorno, il sistema è stato tutto sommato semplice: un banconista che, invece di portare a termine le pratiche, sottrae il denaro al proprio datore di lavoro. Il caso We Mondo, invece, rappresenta quasi una novità sul panorama italiano. Una novità, beninteso, di cui tutti avrebbero fatto volentieri a meno.

La sindrome della truffa, infatti, ha contagiato un neoaffiliato del network, che ha nascosto i propri proventi alla rete. Per fortuna, il fatto è stato scoperto con tempestività; così il network ha potuto anche correre ai ripari per salvare almeno le vacanze dei clienti. La ferità si rimargina, ma resta la cicatrice: la pessima sensazione di essere stati raggirati.

Anche all'estero...
Una volta tanto, però, non abbiamo nulla da invidiare all'estero. Dove, anzi, le truffe di quest'estate sono state montate in scala decisamente più ampia. In Francia, un giro di carte di credito e documenti modificati al computer ha costretto un'agente a costituire una sorta di task force antitruffa, dopo aver visto andare in fumo circa 100mila euro.

Ma Londra ha fatto meglio, con un danno da 250mila euro causato a un'agenzia da una sola dipendente. La quale, sia detto per inciso, ora dovrà scontare 27 mesi di carcere.

In Italia, invece, le ultime notizie dicono che la banconista di Livorno (la ragazza con i capelli viola, come la descrivono i clienti raggirati) pare abbia detto di voler restituire il denaro sottratto. Come a dire: palla al centro, si ricomincia. Speriamo non tutto daccapo.

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