Direttiva pacchetti Ue:l’occasione degli hotel

Si affaccia un nuovo soggetto nella discussione avviata al Mibact con le associazioni di categoria degli agenti di viaggio sul recepimento della direttiva pacchetti Ue. Il convitato di pietra ha la faccia degli albergatori della Penisola, che forti di una tradizione di offerta di servizi addizionali alla semplice camera d’albergo, vogliono dire la loro su un tema che non sembra semplice da sistemare.

Se le associazioni di categoria delle agenzie di viaggi, nell’incontro tenuto al Mibact hanno sottolineato, infatti, la necessità di evitare interpretazioni della normativa comunitaria sui pacchetti che legittimino soggetti ibridi, in concorrenza sleale con le adv e il bisogno di riconoscere esclusivamente all'organizzatore la responsabilità dell'esecuzione dei servizi turistici previsti in un pacchetto, gli albergatori chiedono per parte loro che il recepimento della norma riconosca “ le peculiarità del sistema italiano”.

Nell’incontro al Mibact, dice il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, a TTG Italia, “abbiamo chiesto che vengano elencate le attività che si sottraggono alla nuova disciplina, rivolgendo particolare attenzione alle peculiarità del sistema italiano, come nei casi in cui le imprese ricettive forniscano alla propria clientela anche servizi balneari, termali o di animazione e anche che la norma consenta all’albergo di offrire, unitamente al proprio servizio, altri servizi turistici, senza necessità di assumere la qualifica professionale di organizzatore di viaggi”.

Quest’ultimo passaggio, in particolare, è previsto dalla direttiva comunitaria, a patto che l’esperienza offerta non superi più del 25% del valore della combinazione ‘camera+servizio’.

“Sulla soglia del 25% - dice ancora Nucara – chiediamo un’interpretazione ‘cum grano salis’ nell’interesse del Paese: da sempre, gli albergatori sono i primi promotori dei flussi incoming e se si vuole che il turismo italiano cresca, occorre consentire agli operatori di vendere le esperienze sul territorio”.

Un dibattito che, fino al prossimo 1 gennaio, data di recepimento della direttiva in Italia, si presenta piuttosto spinoso.

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