Sentenza Ue su Airbnb: le Federalberghi chiedono controlli

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha deciso: Airbnb deve riscuotere e versare allo Stato italiano la cedolare secca sugli affitti brevi.

“La sentenza odierna segna un punto importante - dice Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi (nella foto) - ma resta del percorso da compiere. I prossimi passi toccano al Consiglio di Stato, che dovrà pronunciarsi recependo la sentenza europea, per consentire poi all’Agenzia delle Entrate di recuperare le imposte non pagate durante sei anni di inadempienza, applicando le relative sanzioni.”

Il presidente di Federalberghi ricorda che “la federazione è intervenuta nel giudizio al fianco dell'Agenzia delle Entrate per promuovere la trasparenza del mercato, nell'interesse di tutti gli operatori, perché l'evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”.

Nello stesso tempo, Federalberghi chiede al Governo e al Parlamento di mettere ordine sulla questione degli appartamenti a uso turistico. “Si nascondono dietro la foglia di fico della locazione – dice Bocca -, ma in realtà operano a tutti gli effetti come strutture ricettive e quindi devono essere soggetti alle medesime regole di base previste per alberghi, affittacamere e bed and breakfast".

I numeri in Italia
All’indomani della notizia, le Federalberghi locali hanno iniziato a fare i conti con i numeri, che vedono in Italia, nel complesso, calcolati nel mese di agosto 2022, 440.305 annunci di appartamenti in affitto pubblicati sulla sola piattaforma Airbnb. A fare la parte del leone è Roma, con 23.899 annunci, mentre fra le regioni capolista è la Toscana, con 59.058.

"Questa sentenza – dice Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Toscana - tocca molto da vicino la Toscana, purtroppo da sempre “paradiso di Airbnb” in Italia, ed è destinata a far emergere una fetta importante del mercato turistico, che finora restava sommersa alimentando l'evasione fiscale e distorcendo il mercato”.

Dal Piemonte alla Puglia
Gli fa eco un po’ tutta la Penisola, da Torino alla Puglia. Secondo l’indagine condotta da Federalberghi del numero complessivo di annunci pubblicati nella provincia di Torino l’81,9% (6.892 appartamenti) riguarda unità abitative intere. “Questa indagine smaschera di fatto alcune delle bugie che vengono abitualmente raccontate su questo fenomeno – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino –: la maggior parte degli annunci si riferisce all’affitto di interi appartamenti, non si tratta di attività occasionale ma spesso condotta stabilmente e in moltissimi casi non si tratta di un mero sostegno al reddito, ma a tutti gli effetti di un’attività economica strutturata”.

Stesso copione in Puglia. Sull’intero territorio della regione, nel 2022 Airbnb ha pubblicato 41.573 annunci, con l’immissione sul mercato di più di 170.000 camere sul mercato. “Le rilevazioni del nostro Centro Studi – dice Francesco Caizzi, vice presidente nazionale e leader barese e pugliese della Federalberghi – confermano ancora una volta che Airbnb e compagni non sono le anime candide autori dei trend turistici alla moda ma generatori di fatturati miliardari che sfuggono in larga parte all’area della legalità”.

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