Cresce il turismo lento, Cittaslow italiane verso i 4 milioni di visitatori

Il turismo lento che piace agli italiani. Crescono i numeri delle città del Belpaese che fanno parte del circuito Cittaslow, una rete di 77 comuni al di fuori delle località turistiche massificate che, per la stagione estiva 2015, stima di raggiungere un volume di visitatori pari a 4 milioni.

Il dato riporta una crescita consistente sull’estate 2014, quando i visitatori erano stati 3,4 milioni. L’offerta ricettiva delle Cittaslow si articola sull’accommodation tradizionale ed extra-alberghiera, per un totale di 763 posti in media, di cui il 47 per cento in hotel tradizionali (compresi gli alberghi diffusi) e il 53 per cento in ricettivo complementare (b&B, agritrismi, campeggi).

“Cittaslow – afferma il Presidente Stefano Pisani, sindaco di Pollica - è un’associazione che riunisce 199 comuni con meno di 50mila abitanti, presenti in 30 Paesi dei cinque continenti, Cina, Giappone, Corea del Sud, Sud Africa, Australia e Stati Uniti compresi”.

Nata quindici anni fa dall’incontro con Slow Food dei sindaci di Orvieto, Greve in Chianti, Positano e Abbiategrasso, Cittaslow “si è diffusa quasi spontaneamente in tutto il mondo grazie all’invidiabile reputazione attribuita all’Italia come paese con le piccole città più vivibili del mondo”.

Per Piergiorgio Oliveti che da Orvieto dirige la rete mondiale ”il successo anche turistico delle Cittaslow deriva dalla capacità di integrare tutte le risorse del territorio ambiente,energia, cibo, ma anche solidarietà sociale”.

Il Presidente del Comitato Scientifico Internazionale Giuseppe Roma, commentando i dati afferma che “i turisti trovano nelle Cittaslow valori autentici, identità dei luoghi e geo-diversità, la crescita dei flussi è il risultato di una cura continua del territorio. I nostri sindaci – continua Roma – puntano sul turismo perché crea occupazione visto che ogni 100 occupati nel settore se ne creano altri 170 nell’indotto. C’è ancora poco attenzione su queste problematiche, l’Università di Oxford ci sta studiando, ma in Italia mi pare siano più distratti”.

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