Nuovo decreto, coprifuoco e riaperture:il turismo teme un’estate con il freno tirato

Il timore di un’estate a passo ridotto si fa largo nel turismo, dopo l’approvazione del nuovo decreto Covid. Il pacchetto normativo che fissa le nuove regole di contenimento dei contagi e il calendario delle riaperture dei principali settori economici del Paese, dal 26 aprile al 31 luglio, è stato accolto con freddezza da alcuni comparti dell’industria dei viaggi italiana.

Nel mirino delle critiche, in particolare, il mantenimento del coprifuoco alle 22. La preoccupazione è che la chiusura serale possa scoraggiare le prenotazioni, soprattutto dall’estero. Un fenomeno che potrebbe regalare un altro punto di vantaggio ai competitor. “Se le cose restano così la gente se ne andrà in vacanza in Grecia o in Spagna”, hanno commentato gli operatori della Romagna al Corriere.it. “Un’estate con la chiusura alle 22 – ha aggiunto l’assessore regionale al Turismo dell’Emilia Romagna, Andrea Corsini - ucciderebbe l’economia del turismo e a pensarci bene anche un’estate con il coprifuoco alle 23 o alle 24”.

Sul tema, a sostegno del comparto, si è espressa anche la top influencer Chiara Ferragni. “Dimmi che non vuoi avere turisti in Italia senza dirmi che non vuoi avere turisti in Italia”, ha scritto commentando un post sul tema.

Calendario sotto accusa
C’è poi il cronoprogramma. Sul piede di guerra, in questo caso, terme e parchi divertimento, per i quali la ripartenza è fissata per il 1°luglio. Per gli ultimi, in particolare, l’inizio dell’attività a estate inoltrata potrebbe compromettere la performance finanziaria dell’intera stagione, rendendo la riapertura insostenibile. “Quest’anno - ha denunciato l’ Associazione Parchi Permanenti Italiani - avremmo bisogno di una stagione più lunga, per contro la decisione del Governo condanna molti parchi all’impossibilità di aprire”.

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