Turisti cinesi in Italia: la ricetta per conquistarli

Il mercato turistico cinese è un'occasione che l'Italia non può farsi scappare. Sono tutti accordati su quest'unica nota gli interventi del ricco panel che ha animato il convegno 'Welcome Chinese' a Roma.

Ma, per intercettare i flussi dall'Oriente, è necessario rimboccarsi le maniche e concentrarsi sulle migliorie da apportare a tre direttrici principali: accoglienza, burocrazia e promozione.

"I turisti che scelgono l'Italia - spiega Dai Bin, presidente della China Tourism Academy -, si scontrano con alcune esperienze negative, come la barriera linguistica o le abitudini alimentari".

Ma qualcosa sta cambiando: "L'accoglienza italiana si è arricchita di nuove, importanti attenzioni - prosegue l'ambasciatore S.E. Li Ruiyu - grazie all'intensificazione degli scambi tra i due Paesi".

Saranno 110 mln i turisti cinesi che viaggeranno nel mondo nel 2014.
Un'occasione di business potenziata dalla capacità di spesa della popolazione. "Nel 2013 i turisti cinesi hanno speso, solo in consumi, 128 miliardi di dollari" annuncia Dai Bin. Numeri che trainano nuove attenzioni da parte della filiera del turismo. "Abbiamo siglato un protocollo sul marchio Welcome Chinese - dice Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Aica - per rispondere alle esigenze di un mercato importante".

Ma l'incremento degli arrivi non è possibile senza la semplificazione delle procedure burocratiche. "Da luglio i visti turistici verranno emessi nell'arco di 36 ore - annuncia Vittorio Sandalli, vicedirettore per l'internazionalizzazione al Ministero Affari Esteri - rendendoci il Paese europeo più efficiente".

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