Il passaporto vaccinalespacca l’Unione Europea

Un documento che attesti l’avvenuta vaccinazione contro il Covid e che permetta agli europei di viaggiare fra i diversi Stati che compongono l’Unione senza restrizioni, oltre a permettere di accedere ai Paesi extra Ue che ne facciano richiesta.

La proposta, partita dal primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis il 12 gennaio scorso, sta agitando le acque all’interno della Ue, fra Paesi che lo adotterebbero subito e Paesi che invece hanno resistenze perché lo considerano un documento discriminatorio.

Dalla parte di chi vorrebbe introdurre il documento si sono schierati, oltre alla Grecia, il Portogallo e Malta, a cui si è unita anche la Spagna, che ritiene come un documento di questo tipo sarà inevitabile in futuro. Dall’altra invece resistenze arrivano dalla Francia e dal Belgio, che ritengono discriminante un documento di questo tipo.

In diversi Stati europei il certificato vaccinale è già realtà: Svezia, Danimarca e Estonia hanno stabilito l’emissione di un documento che certifichi la vaccinazione, l’Ungheria di un “attestato di immunità” assegnato anche ai guariti dal Covid19. Sono documenti con valore soltanto interno, al momento, ma in qualche maniera segnano un precedente.

Per quanto riguarda l’Italia, come pure la Germania, al momento la discussione è tutta interna e riguarda la nascita di un patentino vaccinale con valore all’interno dei confini nazionali. Anche in questo caso, chi osteggia lo strumento sostiene che distinguere fra vaccinati e non sarebbe, di fatto, come rendere obbligatorio il vaccino nel Paese.

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