La Croazia investesulla sicurezza. Brnjac: “I progetti per rilanciare l’estate”

La Croazia spinge l’acceleratore sulla prossima stagione. Dopo l’attribuzione del marchio  Safe Travel del Wttc, è stato creato anche ‘Safe Stay in Croatia', relativo ai protocolli di sicurezza nel settore del turismo e della ristorazione.

Una meta sicura
“Innanzitutto  - commenta il ministro del Turismo e dello Sport della Repubblica di Croazia, Nikolina Brnjac (nella foto) - va tenuto presente che anche quest'anno il turismo dipenderà dalla situazione epidemiologica, da un sufficiente livello di vaccinazione e dalla percezione della sicurezza della destinazione. Influenzati da questi motivi, abbiamo lanciato il progetto Safe Stay in Croatia, che mira a incoraggiare il rispetto delle misure da parte delle aziende interessate nel settore del turismo e a stabilire la Croazia come destinazione turistica sicura e desiderabile. Ci aspettiamo una forte domanda last minute e una richiesta per le destinazioni sicure, vicine e facilmente accessibili. Le persone hanno voglia di viaggiare e il fatto che la Croazia sia menzionata come destinazione desiderabile è gratificante. Nel 2020, il settore turistico croato ha mostrato flessibilità e responsabilità eccezionali, che hanno contribuito a buoni risultati. Credo che anche quest'anno dimostreremo che la Croazia è ben preparata, sicura e offre una destinazione turistica di alta qualità; non vediamo l'ora di accogliere i nostri ospiti dall'Italia”.

Rete di contatti
All’ordine del giorno anche l’apertura verso altri Paesi: “Abbiamo incontri continui con gli ambasciatori dei nostri mercati principali e con gli ambasciatori di paesi terzi, con i direttori degli uffici di rappresentanza dell’ente nazionale croato per il turismo e con partner del settore turistico dei mercati più importanti, il tutto per prepararci nel migliore dei modi all’inizio della stagione turistica”.

Verso un passaporto sanitario europeo
Sulla possibilità di un passaporto sanitario europeo, Brnjac ha le idee chiare: “I leader europei in febbraio hanno chiesto ulteriori approfondimenti sui certificati di vaccinazione e discuteranno di nuovo la questione alla fine di marzo. Riteniamo che tali certificati non debbano comportare un'ulteriore restrizione alla libertà di circolazione, ma il loro scopo dovrebbe essere quello di accelerare il flusso alle frontiere e facilitare i viaggi secondo criteri uniformi. Il certificato non dovrebbe rappresentare un costo aggiuntivo per i viaggiatori, dovrebbe essere pratico, facile da scaricare, idealmente in formato digitale”.
I.C.

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