Dalla Spagna alla Grecia, ecco dov'è tornato il coprifuoco

Erano a un passo dalla rinascita turistica, ma ora tutti i loro sforzi potrebbero essere vanificati dall’impennata dei contagi dovuti alla variante Delta. Alcune delle più famose località turistiche di Spagna e Grecia hanno di nuovo dovuto sottostare a drastiche restrizioni decise dalle autorità locali per cercare di frenare il diffondersi del virus.

A Mykonos, ad esempio, si teme un rimbalzo negativo sul turismo dopo la decisione di imporre il coprifuoco e vietare fino al 26 luglio la musica nei ristoranti, nei caffè e nei club. Solo coloro che vanno e vengono dal lavoro (o per emergenza medica) sono autorizzati a muoversi tra l’una e le sei del mattino. Mykonos, spiega Il Sole 24 Ore, è tra le sei regioni greche classificate al livello arancione di sorveglianza a causa del diffondersi dell’infezione dovuto alla variante Delta di Covid-19.

Coprifuoco reintrodotto anche a Barcellona: rimarrà in vigore dall’una alle 6 del mattino nelle aree in cui i tassi di infezione superano i 400mila casi ogni 100mila abitanti. L’inasprirsi delle norme interessa 161 Comuni, comprese famose località balneari come Sitges e Salou.

Le mosse di Francia e Gran Bretagna
Anche la Francia corre ai ripari contro il diffondersi dei contagi: da ieri, infatti, è diventato obbligatorio nel Paese un test Covid per chi proviene da Regno Unito, Spagna, Portogallo, Cipro, Grecia e Paesi Bassi. In parallelo, il Regno Unito ha imposto la quarantena di dieci giorni a chi arrivi dalla Francia, anche se completamente vaccinato. Preoccupa in questo caso l’aumento di casi legati alla variante Beta, identificata per la prima volta in Sudafrica.

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