Easy Rider

Viaggiare non serve solo per scoprire il mondo, ma anche per confrontarsi con le usanze altrui, che spesso scopriamo essere non tanto diverse dalle nostre.

E chi ha la fortuna di viaggiare spesso impara come perfezionare ogni momento dell'esperienza: da come scegliere la stagione migliore, ai modi più comodi per viaggiare, e dalle cose da evitare a quelle che possono fare la differenza tra un viaggio e una esperienza indimenticabile.

C'è una situazione antipatica che può sorgere in viaggio e che quasi tutti abbiamo provato almeno una volta. E può lasciare l'amaro in bocca. Prendere un taxi, soprattutto nei cosiddetti paesi del Terzo Mondo, dove può capitare che il tassista o guidatore di tuc-tuc o di motociclo (senza voler incriminare tutta la categoria) pretenda un prezzo esorbitante per la corsa.

Secondo un recente accertamento legislativo svoltosi a Las Vegas questo non è un fenomeno limitato ai cosiddetti Paesi del Terzo Mondo. Perché pare che l'anno scorso i tassisti della mecca del divertimento americano abbiano sovraccaricato di ben 15 milioni di dollari i visitatori che sono saliti in macchina per il breve percorso dall'aeroporto alla mitica Strip, la strada centrale della città. Il sondaggio ha infatti rivelato che oltre il 23 per cento delle corse aeroporto-città erano 'sorprendentemente lunghe' e di conseguenza più care rispetto alla media di US$11. In molti casi addirittura raddoppiando il prezzo della corsa.

Ci siamo passati tutti, con discussioni accese, lunghe trattative, e spesso la rabbia una volta a bordo di sapere che, anche se siamo riusciti ad abbassare le pretese iniziali del conduttore, comunque dovremo pagare un prezzo assurdamente alto.  

Io ho trovato una soluzione e lo posso consigliare: comportarsi come uno del luogo, salendo a bordo con l'aria di uno che conosce bene le usanze locali. Dare al guidatore il nome di dove si vuole andare a non aggiungere altro, facendo capire che non c'è niente né da discutere né da pattuire. E, come per miracolo, nove volte su dieci, senza batter ciglio, il tassista o il guidatore di tuc-tuc (in molti Paesi anche loro sono muniti di tassametro) fa partire il tassametro.

Quando questo non succede provo con 'Meter! Meter!' e, molto spesso il tassametro parte, anche se lo sguardo nello specchietto fa capire che il mio tono perentorio non è stato molto gradito. Nel caso contrario, cioè se il tassametro rimane ostinatamente spento - magari con la scusa che è guasto -  metto la mano sullo sportello e faccio come per scendere. E, se mi trovo su un tuc-tuc, faccio come per alzarmi in piedi. 

E nei pochissimi casi in cui questo estremo gesto minaccioso non sortisca immediatamente l'effetto desiderato, scendo. Per salire subito sul prossimo mezzo che passa.

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