Hotel e il caso Gartour‘Ora servono tutele’

Un fronte comune fra albergatori per affrontare in maniera coordinata il passaggio della ristrutturazione del debito di Gartour. L’operatore, che è in fase di attesa del concordato preventivo, è infatti esposto con numerosi hotel sia a Roma sia nel resto d’Italia. Per questo, Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, ha convocato un riunione per affrontare la questione.

“Non abbiamo visto pagamenti da parte di Gartour da quest’estate – dice –: non è molto tempo, ma è chiaro che un operatore grande fa in fretta ad essere esposto per cifre considerevoli. Così abbiamo deciso di rivolgerci a un ufficio legale della Capitale e stiamo raccogliendo le documentazioni contabili di tutti quegli albergatori che vorranno fare massa critica del debito maturato dal t.o. per affrontare nelle prossime settimane i passaggi del tribunale”.

Il piano di rientro
Roscioli conferma che l’iniziativa è partita dagli albergatori romani “ma poi altri, venuti a conoscenza della cosa, ci hanno chiesto di potersi unire al gruppo”. Al momento gli albergatori sono ancora in attesa di conoscere il piano di riparto e che per la ristrutturazione del debito, omologato dal Tribunale, c’è tempo fino al 18 gennaio 2017.

Per quanto riguarda, invece, la notizia che vedrebbe Destination Italia intervenire come acquirente per Gartour, Roscioli resta cauto. “Ho letto questa notizia su diverse fonti di stampa, ma noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale”.

‘Servono nuove regole’
Ma il ‘caso Gartour’ rischia di trasformarsi in qualcosa di più grande. “Questa situazione cambierà i rapporti fra hotel e tour operator o agenzie – dice Roscioli -: dobbiamo cercare uno formula che ci tuteli maggiormente di fronte ai fallimenti. Si può pensare ad una forma assicurativa, come una sorta di fondo di garanzia anche per la nostra categoria, oppure a un contratto di tipo differente, che preveda un pagamento anticipato. I fornitori sono gli ultimi della catena in questi casi e visto che ultimamente abbiamo assistito a più di una caso di fallimento di operatori, sia italiani che stranieri, è arrivato il momento di pensare a nuove regole”.

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